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CRONACA | 14 marzo 2024, 18:21

Tempio crematorio di Biella, al via l'azione civile

Il lavoro di raccolta dei dati e dei documenti per ciascun nucleo familiare è quasi concluso

Tempio crematorio di Biella, al via l'azione civile

Tempio crematorio di Biella, al via l'azione civile

Esaurita la lunga e travagliata fase penale, passata, da una parte, attraverso l'affermazione di responsabilità penale per le pratiche di cremazioni seriali avvenute fino all'ottobre del 2018 nel tempio crematorio di Biella sotto il periodo di gestione della So Cre Bi, con la condanna in giudizio abbreviato dei fratelli Alessandro e Marco Ravetti (con liquidazione di una provvisionale di euro 5mila a favore delle uniche 3 parti civili che si sono potute costituire in quel giudizio) e nel del patteggiamento degli altri dipendenti della Agenzia Ravetti e della Seab, e dall'altra parte nella definitiva archiviazione di tutte le denunce-querele presentate dagli altri circa 500 familiari che si erano rivolti, nei mesi antecedenti al blitz dei Carabinieri, alla struttura cimiteriale di Biella per cremare i loro familiari e congiunti, e che purtroppo non hanno trovato lo spazio che meritavano nel procedimento penale, nonostante le ferme opposizioni e la lunga battaglia portata avanti dal ns team di legali.

Al netto delle aspettative non corrisposte di partecipazione al processo penale, le tante parti offese chiedevano prima di tutto che i fatti fossero accertati con rigore, di contestare agli imputati tutti i reati previsti dalla legge, di condannare tutti i colpevoli con pene congrue ed infine di risarcire i danni ai familiari, esattamente in questo ordine; e possiamo dire, senza timore di smentita, che il risultato è stato, lentamente, ma in gran parte ottenuto.

Allo stato attuale, quindi, la richiesta di ottenere giustizia anche attraverso il risarcimento del danno, rimasta fin qui insoddisfatta e tuttora giustamente rivendicata anche da molti altri soggetti, dovrà essere azionata in sede civile, muovendo dal presupposto che, in questo nuovo ambito, sul tema di prova della legittimazione attiva (ossia che anche i loro cari siano stati oggetto o meno delle pratiche illecite di cremazione da parte dei Ravetti) il Giudice potrà avvalersi di presunzioni semplici (art. 2729 c.c.) grazie ai tanti indizi gravi, precisi e concordanti, mentre in precedenza tale elemento del diritto ad agire si è scontrato con la mancanza di una prova rigorosa, tipica del giudizio penale, data dall'impossibilità scientifica di estrarre il DNA dalle ceneri contenute nelle urne dei vari familiari, almeno stando alla valutazione del PM ed alle decisioni dei vari Giudici delle indagini Preliminari di Biella.

La causa collettiva potrà, pertanto, attingere a piene mani ed avvalersi sia dei risultati delle indagini e processi penali che delle confessioni dei vari protagonisti delle macabre condotte sulle salme e la confusione/dispersione delle ceneri, a partire quanto meno dal 2017 e sino all’arresto il 26.10.2018, per legittimare tanto la richiesta risarcitoria civilistica delle altre famiglie coinvolte nello scandalo, quanto la solidale condanna al pagamento dei danni, non solo a carico dei Ravetti, ma anche di chi aveva precisi obblighi di controllo sui propri dipendenti e sul funzionamento di un servizio pubblico tanto sensibile come le cremazioni; parliamo in particolare degli enti coinvolti nel servizio di cremazione, come il Comune di Biella, titolare della concessione contrattuale con la Socrebi, e della Seab (la partecipata che si occupava della raccolta e smaltimento dei rifiuti speciali cimiteriali), in forza della condanna in sede di patteggiamento del dipendente di quest'ultima.

Il difficile lavoro di raccolta dei dati e dei documenti per ciascun nucleo familiare è quasi concluso, ed a breve, acquisite le ultime adesioni e dichiarazioni sulla privacy, daremo finalmente il via a questa nuova ed importante iniziativa giudiziaria, stavolta svincolata dai limiti dell'azione penale esercitata dal Pubblico Ministero, per il conseguimento di quello che da sempre è stato l'obiettivo primario: ottenere giustizia e una affermazione di responsabilità sia del gruppo Ravetti che degli enti che avrebbero potuto e dovuto vigilare, condannando severamente gli uni e gli altri, economicamente e moralmente.

Per info ed adesionetempiocrematorio@studiogabrielli.it

c.s.studio legale garielli, s.zo.

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