/ EVENTI

EVENTI | 28 giugno 2025, 06:50

Il Carnevale di Venezia degli anni '80 rivive negli scatti del fotografo feelance Roberto Marchisotti FOTO

"Il nostro lavoro iniziava all’alba, fuori dal Florian e dal Quadri"

Zaino in spalla, treno di notte e macchina fotografica sempre a portata di mano. Era il 1984 quando il fotografo freelance Roberto Marchisotti, accompagnato dalla sua collaboratrice, prendeva il diretto da Santhià alle 23.10. Da Torino, altro treno, altra attesa, e poi via fino a Venezia, dove arrivavano intorno alle 4.20 del mattino. Ancora assonnati ma carichi di attesa, sistemazione in un piccolo albergo vicino a Rialto, a due passi da Piazza San Marco.

Era lì che tutto cominciava.

“Il nostro lavoro iniziava all’alba, fuori dal Florian e dal Quadri, dove spuntavano le prime maschere”, racconta oggi Marchisotti, con la voce che tradisce ancora l’emozione di quegli anni. “Li avvicinavamo con discrezione, ci presentavamo e proponevamo un servizio fotografico. Poi si instaurava un rapporto di fiducia, quasi di amicizia. Non è detto che dovessimo scattare in quel momento. Prendevamo i contatti e magari ci davamo appuntamento l'indomani”.

Per cinque giorni, dall'alba alla notte, si scattava senza sosta. Tra un cambio d’abito e l’altro, tra una posa studiata e uno scatto rubato, i momenti immortalati erano infiniti. Eleganza, mistero, tradizione: questo era e resta il Carnevale di Venezia, e Marchisotti lo ha documentato con l’occhio attento del professionista. Mille  attimi, emozioni, colori, pose, passione, sguardi...ogni scatto raccontava Venezia in quei giorni, ogni suo angolo.

“Erano giornate massacranti, ma con risultati eccezionali”, ricorda il fotografo. I panini mangiati in piedi, gli occhi fissi dietro l’obiettivo, le pellicole 135 mm che poi sarebbero passate ore e ore in camera oscura per la lavorazione. Tutto artigianale, tutto curato nei minimi dettagli.

E poi, il gran finale: il volo della colombina, uno dei momenti più attesi del Carnevale. “Dal campanile di San Marco scendeva lentamente una figura sospesa nell’aria. A metà discesa si apriva una botola dal suo ventre e piovevano coriandoli e caramelle sulla folla, gremita in ogni angolo della piazza, era uno spettacolo - racconta Roberto con un sorriso - , non potevo sbagliare nemmeno uno scatto”.

Per tre anni consecutivi, Marchisotti ha immortalato quel rito, che mescola sacro e profano, tradizione e spettacolo. Oggi, quelle immagini vivono ancora. Sono pronte per una grande mostra, un viaggio visivo dentro il cuore di Venezia, nei giorni in cui la città si trasforma in un sogno a occhi aperti, in cui non esiste tempo e spazio, in cui tutto è possibile. 

s.zo.

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore