/ AL DIRETTORE

AL DIRETTORE | 20 giugno 2025, 10:47

Biella, “Dormitorio sicuro e sorvegliato”: la risposta di un volontario alla denuncia della coppia senzatetto FOTO

"Non entro nel merito della loro vicenda, ma, per amor di verità, devo dissentire sulla parte che mi tocca e di cui ho esperienza diretta da anni"

Riceviamo e pubblichiamo:

"Sono un volontario dell’associazione LA RETE e mi sono sentito chiamato in causa da un articolo sulla coppia senza fissa dimora, dove la signora Jaylenes usa verso il dormitorio pubblico queste parole: “Non è un luogo sicuro per una donna, soprattutto in gravidanza, sono frequenti le molestie e le aggressioni alle ospiti”.

Non entro nel merito della loro vicenda, ma, per amor di verità, devo dissentire sulla parte che mi tocca e di cui ho esperienza diretta da anni.
Il dormitorio non è luogo semi-anarchico, ma una realtà gestita da operatori non improvvisati, professionisti formati in ambito sociale, e, varcatane la porta, come volontario, ho sempre la sensazione di essere in una bolla di sicurezza e rispetto della persona, in cui le donne sono nettamente separate dagli uomini ed in cui il minimo atteggiamento lesivo della libertà e dignità altrui non è tollerato, causa l'allontanamento dalla struttura. E se quest’ultima pratica non è frequente non è perché gli operatori chiudono un occhio, ma perché gli ospiti conoscono le regole e le rispettano. Alcool, droghe e qualsiasi oggetto offensivo restano fuori.

Non sto accusando la signora Jaylenes di bugia, ma, non essendo stata ospite, si riferisce ad un “si dice”, che, nel passaparola si distorce e perde riferimenti. Perché anche le ragazze incinte, poche fortunatamente, che sono passate da là, con o senza compagno, sono state accolte, rispettate ed inserite in un progetto.

Persino i paraggi del dormitorio sono sorvegliati, sia dalle forze dell’ordine che dallo sguardo attento degli operatori: certo, la tensione sociale, a Biella, in Italia e nel mondo c’è, e continua ad esserci anche se ci giriamo dall’altra parte, ma ci sono luoghi dove la tensione si allenta: il dormitorio è uno di questi. E infatti la maggior parte dei volontari sono donne.

Personalmente mi spiace che questa realtà sia quasi sconosciuta a livello locale e che nell’immaginario comune sia ritenuta solo una frontiera, quando invece è un luogo di umanità, di storie, di aiuto reciproco, riconoscenza e perfino di sorrisi, talvolta malinconici e talvolta pieni di speranza. Non è il “fondo del barile” definitivo, ma un’opportunità, un luogo di passaggio per riprendersi da un colpo della vita, o per partire con una nuova vita, con dei progetti e azioni che coinvolgono la parte attiva della società. Non avete idea del piacere che provo a vedere degli ex ospiti impiegati da qualche parte o incontrarli in giro vestiti da lavoro, che hanno “preso il giro”, insomma. C’è una socialità a Biella, sia di professionisti che di volontari (sempre pochi), che funziona, pur con tutte le fatiche e le pecche di questi “tempi magri”, ma qualcosa va avanti e ci sono tanti piccoli successi che non fanno notizia, ma di cui bisogna essere contenti. E quando esco, dopo il servizio, tra le 21 e le 22, fuori non ci sono i lupi, ma qualcuno che fuma o che chiacchiera, e che mi dice: “Buona serata, grazie”, portando una mano al petto. Se non ci credete, venite a fare una sera due ore in affiancamento con noi".

Nicola – LA RETE Con Anna, Anna, Cesare, Daniela, Francesca, Lauretta, Luz, Mari

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore