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CRONACA | 07 ottobre 2025, 11:20

Omicidio Santus a Chiavazza, i chiarimenti del PM Ranieri

I fatti in Corte d'Assise

Omicidio Santus a Chiavazza, i chiarimenti del PM Ranieri

Omicidio Santus a Chiavazza, i chiarimenti del PM Ranieri

Visto l’art. 5 comma 2 bis del decreto legislativo 20 febbraio 2006, n. 106, come modificato dall’art. 3 del d.lgs. 8 novembre 2021, n. 188,
ritenuto che ricorrono specifiche ragioni di interesse pubblico alla diffusione del presente comunicato stampa, si è concluso nella data di ieri lunedì 6 ottobre il processo per l’omicidio pluriaggravato in concorso e successivo vilipendio di cadavere di SANTUS Giovanni (detto Gino), occorso in data 8.7.2023 nel quartiere Chiavazza di Biella.
Originariamente gli imputati avevano dichiarato di aver incontrato SANTUS presso il Penny market di Chiavazza e di averlo ospitato casualmente (sol per offrirgli un pasto caldo) e che lo stesso, invitato a farsi una doccia, era caduto all’interno del bagno, così provocandosi le ustioni asseritamente causative dell'evento mortale.
Nonostante i primi rilievi presso l’immobile, sarà solo l’autopsia disposta dal Pubblico ministero ed eseguita dal medico legale Dott.ssa Sofia Bodini sul cadavere di SANTUS a rivelare un quadro tragicamente opposto a quello riferito dai quattro imputati. La morte di SANTUS, infatti, era stata causata da un’azione violenta eteroinferta, causativa dello sfondamento della cassa toracica (con relativa esplosione) e della totale lacerazione del fegato e della tiroide.
Per effetto delle indagini, si apprendeva che SANTUS era regolarmente ospitato da IARUSSI presso la sua abitazione (coabitando con lo stesso e ASCOLI da molti anni) e che – due giorni prima del suo decesso – aveva maturato l’intenzione di lasciare quell’abitazione a causa dei dissidi con BASSO e ASCOLI; al contempo e pertanto, si accertava che gli imputati non avevano incontrato casualmente SANTUS al Penny market (essendo rientrato autonomamente intorno alle ore 13:00 in via Buratti, ove dimorava) ma che – ognuno di essi – aveva trascorso la prima metà della giornata in modo autonomo, salvo rincasare all’ora di pranzo in via Buratti.
Solo con le dichiarazioni di IARUSSI e MULA, confermate in Corte d’Assise, si apprendeva che gli esecutori materiali del massacro nei confronti di SANTUS erano stati ASCOLI e BASSO (che al principio si accusavano reciprocamente).
Nella specie, MULA e IARUSSI dichiaravano che - durante il pranzo - SANTUS aveva bevuto una bottiglia di Gin senza condividerla e che ciò comportava l’innescarsi di una brutale violenza nei suoi confronti da parte di BASSO e ASCOLI. Tale violenza, alimentata dall’uso e abuso di eroina e rivotril, veniva esercitata in due momenti distinti: la prima fase (tra le 15:30 e le 16:00), connotata da pugni, calci e salti sul torace di SANTUS, non ne provocava immediatamente il decesso, lasciando SANTUS agonizzante e incapace di muoversi sul pavimento dell’abitazione; nonostante le reiterate richieste di aiuto da parte di SANTUS nei confronti di MULA e IARUSSI, questi ultimi non allertavano i soccorsi, non gli prestavano soccorso, nè proibivano l’accesso all’interno dell’immobile da parte di ASCOLI e BASSO (usciti a seguito della prima aggressione per approvvigionarsi di eroina); rientrati presso l’abitazione, ASCOLI e BASSO – resisi conto che SANTUS era ancora vivo – riprendevano la loro condotta violenta con analoghe modalità, così provocandone definitivamente la morte (tra le 16:30 e le 17:00).
A seguito del decesso, i quattro decidevano di occultare tutte le tracce dell’omicidio appena intervenuto: ustionavano il corpo di SANTUS (per coprire le lesioni mortali già visibili), ripulivano la casa, si liberavano dei suoi vestiti insanguinati, concordavano la versione da fornire (ossia quella del tragico incidente) e chiamavano il 118 direttamente intorno alle ore 19 (ossia due ore dopo la morte di SANTUS), simulando davanti agli operatori del 118 l’esecuzione di un massaggio cardiaco sul cadavere.
All’esito del processo la Corte d’Assise di Novara, accogliendo le richieste del PM, ha condannato alla pena dell’ergastolo ASCOLI Lionel e BASSO Andrea per entrambi i capi di imputazione. Nei confronti di IARUSSI e MULA, invece, la Corte ha ritenuto di procedere alla riqualificazione del delitto di omicidio (già contestato in termini omissivi) in quello di omissione di soccorso (aggravato dall’evento morte), così condannandoli per tale ultimo reato e per il successivo vilipendio di cadavere rispettivamente ad anni 2 e mesi 6 di reclusione (IARUSSI) e anni 2 e mesi 2 di reclusione (MULA).

Il PM Dott.ssa Paola Francesca RANIERI – Sost. (F.F.), s.zo.

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