Riceviamo e pubblichiamo:
“Ho deciso di non partecipare al voto referendario perché ritengo che questa consultazione sia stata organizzata e utilizzata strumentalmente per fini politici, più che per affrontare questioni di reale impatto per il Paese.
Invece di rappresentare un'opportunità per un confronto costruttivo su temi concreti, il referendum è stato trasformato in un mezzo per attaccare il governo e alimentare una narrativa artificiosa, priva di sostanza. La democrazia e la partecipazione popolare sono valori fondamentali, ma devono essere esercitati con responsabilità, su temi che incidano realmente sulla vita dei cittadini e non per favorire dinamiche di parte. Non ho voluto avallare un'operazione che, più che proporre soluzioni, mirava a delegittimare l'azione dell’esecutivo.
Il risultato della consultazione ha dimostrato che gli italiani sanno distinguere tra iniziative utili e mere strategie politiche. Il mio impegno rimane fermo: lavorare per un’Italia più forte, sicura e prospera attraverso interventi concreti, leggi efficaci e decisioni strategiche, evitando strumenti che rispondono più agli interessi di chi li promuove che al bene del Paese”.