Cari lettori, benvenuti in questo ventitreesimo appuntamento con la rubrica musicale settimanale “Riascoltati per voi”. Quest’oggi ci immergeremo in un viaggio sonoro datato 1995: vi sto parlando dell’album “Post”, il secondo da solista di Björk, un'opera che ha ridefinito il concetto di pop sperimentale e ha consolidato la cantante islandese come una delle artiste più innovative della sua generazione. Nonostante siano passati trent’anni, tutt’oggi è un disco che continua a incantare e a sorprendere, proprio come il talento visionario di Björk.
Quando “Post” uscì nel giugno del 1995, il mondo musicale era in pieno fermento. La scena alternativa, il trip-hop, l'elettronica e il pop si mescolavano in modi sempre più audaci e Björk fu una delle pioniere di questa fusione. Dopo il successo di “Debut” di due anni prima, la cantante non si accontentò di ripetersi, anzi, ampliò i suoi orizzonti, spingendosi in territori sonori ancora più vari e sperimentali.
Personalmente, ricordo il 1995 come un periodo di grandi scoperte musicali. Avevo 17 anni, un'età in cui ogni disco ascoltato sembrava poterti cambiare la vita. “Post” non era un album qualunque: era un'opera che ti sfidava a guardare oltre, a immergerti in un universo fatto di suoni stranianti, melodie dolcissime e momenti di pura energia. E se all'epoca alcune tracce potevano risultare spiazzanti, con il tempo hanno rivelato tutta la loro bellezza e profondità.
Ascoltare “Post” è come sfogliare le pagine di un diario musicale pieno di emozioni contrastanti: dall'esplosione di gioia del brano “It's Oh So Quiet”, cover di un vecchio brano jazz, fino alla malinconia elettronica di “Possibly Maybe”. Nel mezzo c'è la dolcezza poetica di “Hyperballad”, oppure e la potenza industriale di “Army of Me”.
Björk con la sua voce inconfondibile e il suo approccio sempre fuori dagli schemi, ha dato vita a un album che suona ancora oggi incredibilmente attuale e allo stesso tempo distante dalle convenzioni della musica mainstream. "Post" non si è mai lasciato ingabbiare in un genere preciso; forse è proprio questa la sua vera forza: la capacità di rimanere contemporaneo anche a distanza di decenni.
A questo punto, un ascolto è d'obbligo!
I miei brani preferiti sono: "Army of Me", "Hyper-ballad", "It's Oh So Quiet", "Isobel", e "Possibly Maybe”.
Voto: 8,5
Tracce:
1) Army of Me – 3:54
2) Hyper-ballad – 5:21
3) The Modern Things – 4:10
4) It's Oh So Quiet – 3:38
5) Enjoy – 3:56
6) You've Been Flirting Again – 2:29
7) Isobel – 5:47
8) Possibly Maybe – 5:06
9) I Miss You – 4:03
10) Cover Me – 2:06
11) Headphones – 5:40
Durata: 46 minuti.
Formazione:
- Björk - voce, programmazione.
- Graham Massey - tastiere, programmazione.
- Tricky - produzione, programmazione.
- Nellee Hooper - produzione.
- Marius de Vries - sintetizzatori, tastiere.
- Talvin Singh - tabla, percussioni.
- Gary Barnacle - fiati.
- Eumir Deodato - arrangiamenti orchestrali.
Mi piacerebbe davvero conoscere le vostre impressioni! Condividete con me i vostri pensieri non solo su "Post”, ma anche su Björk e sull'impatto che la sua musica ha avuto sulle vostre vite. Ogni opinione è un pezzo in più di questa grande storia musicale che ci unisce.
Alla prossima tappa del nostro viaggio musicale!