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POLITICA | 05 marzo 2019, 12:10

100 posti di lavoro in meno nel Biellese per le restrizioni nei nuovi servizi di accoglienza

Tre punti di chiarimento da parte del Tavolo dei Migranti in risposta al segretario provinciale Lega, Michele Mosca.

Foto di repertorio

Foto di repertorio

Riceviamo e pubblichiamo. La replica del Segretario provinciale della Lega alle nostre preoccupazioni sulle conseguenze della Legge sulla Sicurezza e Immigrazione e del nuovo capitolato d’appalto per la gestione dei servizi di accoglienza dei richiedenti asilo pur nascendo da precise motivazioni di opportunismo politico che non ci appartengono essendo le nostre realtà di volontariato e della società civile, ci dà occasione per precisare alcuni punti. La nostra azione quotidiana è svolta perlopiù a favore delle persone che abitano il biellese e si trovano in situazione svantaggiata perché povere, ai margini, straniere ed escluse. Ma si badi bene: nessuno di noi ha mai sostenuto che il fenomeno dei flussi migratori sia ben gestito. Al contrario, lo riteniamo disumano e indegno di un’Europa civile. L’attuale normativa sull’immigrazione, di cui impianto principale è dato dalla cosiddetta Bossi-Fini, va completamente rivista perché ha generato i problemi che il Segretario Provinciale della Lega ha evidenziato e ha contribuito a rendere florido il business dei trafficanti di esseri umani.

Risulta però evidente come la toppa messa dalla Legge Sicurezza stia aumentando le criticità, il business delle mafie e l’insicurezza, anziché risolvere i problemi. Non vengono aperte possibilità legali di mobilità ai migranti che, nonostante i proclami, continuano ad arrivare irregolarmente (oltre 23mila nel 2018 dai dati del Ministero dell’Interno), a morire nel Mediterraneo, a subire violenze inenarrabili in Libia e nei Paesi in transito e si presentano nel nostro territorio, come in tutta Italia, in situazione di estrema vulnerabilità proprio a causa di ciò che han subito durante il viaggio. Vengono lasciate nella clandestinità migliaia di persone senza una protezione nemmeno di tipo umanitario e vengono relegate le strutture di accoglienza a meri centri assistenziali senza alcun tipo di accompagnamento. Sono queste le conseguenze che ci preoccupano sui migranti e sulle comunità che li accolgono. A noi cittadini risulta impossibile comprendere come lasciare nell’illegalità un numero crescente di persone possa aumentare la sicurezza delle nostre città. Ma rispondiamo per punti alle argomentazioni: - Tra giugno 2018 e gennaio 2020 il numero di migranti irregolari in Italia aumenterà di 140mila (secondo ISPI) a causa della Legge “Sicurezza” che togliendo la protezione umanitaria contribuisce a duplicare ancor di più queste situazioni. Ai ritmi attuali, i rimpatri dei migranti irregolari nei loro paesi di origine avranno un effetto solo marginale infatti nell’ultimo anno risultano più bassi del 20% rispetto al 2017. Dove si pensa che andranno a finire i migranti senza un titolo di soggiorno valido Finiranno facile preda dello sfruttamento delle organizzazioni mafiose che da tempo ormai hanno scoperto che “con gli immigrati si fanno molti più soldi che con la droga” (come cita la famosa intercettazione di Mafia Capitale).

UN CONTRIBUTO DI CHIARIMENTO 2 - Al contrario di quel che viene sostenuto la mancanza di residenza anagrafica delle persone richiedenti asilo, genera l’impossibilità, pur avendone diritto in quanto titolari di regolare permesso di soggiorno, di accedere a servizi pubblici e privati. Lo constatiamo tutti i giorni da ottobre (data entrata in vigore del Decreto) sul nostro territorio e proprio per questo si chiede ai Comuni di provvedere in tal senso. Per inciso quando il migrante lascia l’accoglienza si provvede alla cancellazione anagrafica nel Comune di pertinenza e quindi è falso dichiarare che ci siano persone che per 10 anni sono titolari di carta di identità valida. - Il business. Le nostre realtà sono le prime che in questi anni hanno manifestato nelle sedi competenti la mala gestione di talune strutture di accoglienza. Perché se ci sono elementi di speculazioni sulla pelle dei più deboli come dichiarato sul giornale è dovere morale oltre che istituzionale e civico fare opportune circostanziate denunce, che qualora vengano accertate, ci auguriamo producano adeguate sanzioni. Garantire legalità e trasparenza di chi opera nell’accoglienza non deve però far sì che non vengano riconosciute le ottime esperienze di integrazione che il biellese ha conosciuto anche grazie allo sforzo di enti gestori al servizio del territorio. Inoltre, pur essendo le realtà aderenti al Tavolo Migranti prettamente di volontariato, riconosciamo che i servizi di pubblica utilità devono essere equamente retribuiti, devono garantire un salario dignitoso agli operatori che vi lavorano e fornire un servizio professionale e di qualità che non potrebbe essere svolto solamente da volontari.

Per paradosso: gridando al business della sanità, vi immaginate come sarebbe la cura dei malati con personale medico solamente volontario? Gridando al business della scuola, vi immaginate insegnanti volontari che seguono i nostri bambini solo grazie alla “carità cristiana” richiamata dal nostrano leader leghista? E se i politici e la pubblica amministrazione fossero tutti volontari al servizio dei cittadini? Perché i servizi ai più bisognosi dovrebbero essere fatti in questo modo? La motivazione a svolgere un lavoro è certamente importante ma non va confusa con il diritto di un lavoratore ad essere giustamente retribuito. - Purtroppo confermiamo il dato dei circa 100 posti di lavoro che si perderanno sul territorio biellese di persone perlopiù giovani (di cui molte donne) che a causa delle restrizioni imposte dal nuovo capitolato d’appalto per i servizi di accoglienza non vedranno i contratti rinnovati. Sono parte dei circa 80mila lavoratori che avranno la stessa sorte in tutta Italia (una delle peggiori crisi “industriali” di oggi se la compariamo ai 4000 posti di lavoro persi all’Ilva di Taranto).

UN CONTRIBUTO DI CHIARIMENTO 3 Certamente sapevano fin dall’inizio che il lavoro era a termine, così come lo sanno i lavoratori di una qualsiasi impresa privata o pubblica che potrebbe chiudere o fallire. Ma ciò non toglie il fatto che occorre portare a casa uno stipendio per poter vivere dignitosamente. E infine, sì, signor Mosca: la nostra è una visione di parte e ci fa piacere che se ne sia accorto. Anche se impopolare siamo dalla parte dei deboli e dei poveri. Pensiamo che una società inclusiva sia più sicura per tutti. Pensiamo che integrare gli stranieri sia un investimento per il futuro e porti benessere al contrario di lasciarli nell’illegalità. Parafrasando Don Lorenzo Milani riteniamo che se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora diremo che, nel vostro senso, non abbiamo Patria e reclamiamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la nostra Patria, gli altri i nostri stranieri. 

IL TAVOLO MIGRANTI DI BIELLA: ACLI ARCI ARCI - BETTER PLACES ARCI - THOMAS SANKARA CARITAS CRESCO GRUPPI DI VOLONTARIATO VINCENZIANO INCONTROMANO LIBERA MONDI SENZA FRONTIERE PACEFUTURO SPERANZA - COSSATO TUNKA

comunicato f.f.

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