Alla partenza del Tor des Géants ci sarà anche Edoardo, 37 anni, originario di Pollone. Per lui sarà un esordio assoluto in questa che è considerata una delle gare di endurance più impegnative al mondo.
«Non ho mai partecipato al Tor – spiega – quindi sarà la mia prima volta. Sono relativamente nuovo nella corsa: ho sempre praticato ciclismo, prendendo parte a gare di ultra cycling e affrontando lunghi viaggi in bici, tra cui un percorso in Mongolia. Poi, un po’ per sfida e un po’ per cambiare, ho deciso di dedicarmi al running. Ho sempre avuto il “pallino” del Tor e ho pensato: se mi estraggono, è destino. Quando è successo, mi sono detto: ora mi devo allenare».
Un esordio che lo pone subito davanti a un salto impegnativo: «Non ho mai partecipato a gare oltre i 100 km. Per me è tutta una novità».
La gara non è soltanto una questione di preparazione fisica. «Per quello che mi hanno raccontato – continua – i primi 100 km sono fattibili e ci si può allenare per correre distanze simili. Dopo diventa soprattutto una questione di testa e di fortuna. Puoi essere forte, preparato e avere una grande determinazione, ma se ti capita un infortunio o un imprevisto non puoi fare nulla. Servono sicuramente entrambe: mente e preparazione».
La preparazione in vista del debutto è stata calibrata anche con allenamenti mirati sul percorso: «Ho fatto l’ultimo lungo la settimana scorsa, da Piedicavallo alla Valtournenche, quindi un tratto del Tor. Da due settimane sono in fase di scarico: corsette leggere, un po’ di bici e nuoto».
Per Edoardo il Tor è un modo di misurarsi con se stesso: «È stato un passaggio naturale dopo tante avventure e con la mia passione per la montagna. Ho voglia di competere, attaccarmi il numero e spingermi fino al limite. La mia ambizione è concludere la gara. Gareggio soprattutto contro me stesso: darò tutto e non mi risparmierò in alcun modo».

























