“Non ho mai assistito in diretta ad un fatto del genere. Per un soffio si è sfiorata la tragedia a Candelo: un proiettile, infatti, ha centrato la mia vetrina e peer fortuna non ha colpito nessuno. Ho davvero temuto per la mia vita”. A parlare Marco Antognelli, titolare dell'omonima enoteca che, a distanza di una settimana esatta, ha ripercorso i principali attimi della rapina all'ufficio postale, avvenuta lo scorso 17 giugno, in via Iside Viana.
“Ero in magazzino, impegnato a caricare il furgone, quando all'improvviso ho sentito un forte boato – racconta – Pensavo che fosse esplosa una bottiglia di champagne. Non avrei mai creduto che fosse un colpo di pistola”. Preoccupato dal rumore sospetto, il proprietario si precipita nei locali del suo esercizio commerciale dove lo raggiunge un passante.
“Gridava a perdifiato che era in atto una rapina – sottolinea – Poi l'ho visto: un uomo vestito di scuro, con passamontagna e una pistola in mano, uscire dall'ufficio postale. Mi sono nascosto dietro una colonnina di cemento e ho sentito partire un altro colpo che ha colpito prima l'auto usata per la fuga poi si è conficcato nella mia vetrina, con il bossolo a terra. Ha sicuramente sparato ad altezza uomo, ho davvero temuto per la mia vita”.
La fuga è precipitosa: l'uomo con il volto coperto sale a bordo dell'auto e si allontana a tutta velocità sotto lo sguardo attonito di passanti e residenti. “Sono riuscito a prendere la targa, subito condivisa con i Carabinieri. Ho poi rincuorato, insieme ad altri, il conducente derubato del veicolo. Ora, sembra che i fatti siano andati diversamente. Saranno le forze dell'ordine a ricostruire quanto accaduto. Ma mai avrei pensato che cose del genere potessero capitare nel Biellese”.