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COSTUME E SOCIETÀ | 14 giugno 2025, 06:50

Il Biellese che non c’è più, raccontato dall’obiettivo di Roberto Marchisotti

Scatti di vita di un tempo dei Comuni di tutto il Biellese

foto copiryght Roberto Marchisotti, Il Biellese che non c’è più, raccontato dall’obiettivo di Roberto Marchisotti

foto copiryght Roberto Marchisotti, Il Biellese che non c’è più, raccontato dall’obiettivo di Roberto Marchisotti

C’è un Biellese che sopravvive nei ricordi, ai tavoli del bar o nelle piazze dei piccoli paesi. Un Biellese fatto di fatiche e stagioni, di mani sporche di terra, di neve che copre i tetti, tantissima, come era una volta. Un Biellese che oggi rivive nelle immagini di Roberto Marchisotti, fotografo biellese che da oltre cinquant’anni cattura frammenti di quotidianità con uno sguardo silenzioso ma intenso sempre con un'attenzione maniacale.

Negli scatti di Marchisotti, molti in bianco e nero o trattati in seppia, si ritrovano tutti i comuni del territorio: da Sordevolo a Magnano, le loro frazioni più nascoste, alle strade principali di Biella. “Avevo come riferimento delle persone che mi dicevano cosa accadeva e cosa potevo fotografare - racconta il fotografo - che mi hanno permesso di documentare scene ormai rare: contadini che mungono all’alba, la fienagione sotto il sole d’estate, la raccolta, la legna caricata a spalla, la transumanza che attraversava via Pietro Micca e via Ivrea".

Ma le immagini di Marchisotti non ritraggono solo scede di vita rurale: i suoi archivi custodiscono testimonianze dei vecchi mercati cittadini, dei consigli comunali di una volta, delle frazioni dimenticate. E poi ci sono gli eventi eccezionali, come la nevicata del 2014 a Sordevolo, immortalata alle 7 del mattino, prima che le strade fossero liberate.

I suoi scatti sono un viaggio nel tempo e nello spazio del Biellese, uno sguardo attento e curioso ma mai invadente. 

E che dire di Oropa? Con le sue mille sfumature di fede e natura, è uno dei soggetti più presenti. Ma ogni paese, ogni comunità, ogni volto racconta qualcosa. È la memoria visiva di un territorio che cambia, ma che in fondo continua a vivere proprio grazie a chi ha saputo conservarne l’anima, uno scatto alla volta, e quelli di Marchisotti ne sono un esempio. 

s.zo.

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