Riceviamo e pubblichiamo:
“Le recenti e disastrose alluvioni in Romagna hanno determinato anche da noi una comprensibile e diffusa preoccupazione da parte della cittadinanza. Mi sembra doveroso, quindi, fornire alcune informazioni per fare luce sulla situazione attuale, sugli interventi in atto, su quelli ritenuti necessari e sulle reali possibilità che il Comune ha in termini di prevenzione. Fra gli obiettivi di salvaguardia ambientale, la rete idrogeologica costituisce una chiara priorità.
Attualmente è in corso un intervento di sistemazione idraulica del torrente Chiebbia, dal costo pari a 140mila euro circa, che interessa parte della scogliera in Via Lamarmora sponda sinistra, e del muro di pietre in località Massarietta: intervento delicato, anche in considerazione della presenza, in prossimità all’attuale zona erosa di un traliccio dell’Enel. Il progetto comunale era certamente più ampio, e prevedeva una spesa nell’ordine di 350mila euro, finanziati tuttavia dalla Regione – come si è detto – per meno della metà.
Aggiungo che, con un piano più ampio, pari a 2milioni di euro, abbiamo presentato una richiesta di contributo per manutenzioni idrauliche sul territorio. L’esito, purtroppo, non è stato positivo e pertanto non ci resta che procedere gradualmente con la pianificazione in atto e mettendo via via a disposizione ulteriori fondi comunali per il prosieguo. Da parte nostra permane l’intenzione di intervenire prioritariamente laddove il fondo di scorrimento del torrente risulti innalzato per il quantitativo di materiale sedimentato per i ripetuti eventi meteorologici avversi. Pur comprendendo i timori dei cittadini, tuttavia, è necessario fare chiarezza su quelli che sono i reali segnali di cui tenere conto. Non desta infatti preoccupazione la folta vegetazione cresciuta ai limiti del Chiebbia come degli altri corsi d’acqua, piccoli e grandi, nel territorio.
L’essenza si chiama reynoutria japonica, più comunemente nota come “poligono del Giappone”: il suo fusto è esile e cavo e per questo il flusso abbondante dell’acqua lo piega immediatamente. Non ostruisce il regolare fluire dell’acqua e non ostacola il transito di eventuali altri detriti nel caso la portata aumenti improvvisamente per eventi meteorologici avversi. Questa pianta impedisce inoltre la crescita di essenze più robuste e ben più moleste per i corsi d’acqua, come il salice o la robinia. Trattandosi di una pianta infestante e di rapida crescita, un intervento nei mesi primaverili e in estate rischia di azzerare i suoi effetti nel giro di poche settimane, perché anche l’eradicazione non esclude la dispersione dei frammenti che velocemente danno origine a nuove colonie.
Per questo occorre procedere nei tempi e con i mezzi più adatti. Non si tratta, quindi, di un pericolo reale, sia perché tale vegetazione sul Chiebbia è costantemente controllata, sia perché il decoro sarà salvaguardato nel modo più consono, evitando tuttavia di spendere il denaro pubblico in interventi inconsistenti e di minima durata. La tutela dell’ambiente è una priorità, come tutti hanno compreso, ma tardivamente.
Il clima sta evolvendo in direzioni che le nostre realtà non hanno mai conosciuto; anche il nostro Biellese fa da tempo i conti con una siccità inimmaginabile fino a pochi anni fa mentre l’intensità e la violenza delle precipitazioni sono fatti assodati, imprevedibili e solo parzialmente arginabili. Le amministrazioni comunali sono in prima linea per agire in tutti i modi possibili per arginarne le conseguenze drammatiche, pur nella constatazione che nessun territorio può dirsi realmente al sicuro, che il monitoraggio deve essere costante, l’attenzione massima e che gli interventi strutturali necessari richiedono risorse consistenti che non sono i piccoli comuni da soli a poter fronteggiare”.