“Per trent’anni ci siamo sopportati, ci siamo supportati, ci siamo rispettati, abbiamo imparato a conoscerci e abbiamo conquistato una bella amicizia reciproca… tutto questo io e te. Sono stati trent’anni di duro lavoro durante i quali ci siamo incontrati a documentare eventi ed avvenimenti di ogni genere, ridendo e scherzando ma anche soffrendo e piangendo insieme. Oggi tocca a me solo piangere, come a tutti i nostri colleghi e soprattutto ai tuoi amici. Non importa se non faremo più amichevolmente a spallate per avere l’inquadratura migliore perché sarà come se lo fossimo”. A scrivere il collega Stefano Ceretti.
E aggiunge: “Io voglio ricordarti con questa immagine che ho scattato a te all’inizio di dicembre, durante una presentazione, mentre tu ne scattavi una a me, come sempre succedeva quando facevamo finta di nulla e ci fotografavamo l’un l’altro; pochi giorni dopo sei entrato in ospedale e oggi sono qui a scriverti, tutto in un attimo, un attimo che ha reso la giornata di oggi molto triste. Ciao Giuliano, non smettere mai di mettere a fuoco!!".
























