I Minireef, ovvero i piccoli acquari marini che ricreano un angolo delle barriere tropicali marine, non sono certo una novità eppure nella mia esperienza di negoziante mi accorgo spesso che le idee non sono ancora chiare. Forse a causa di notizie approssimative carpite navigando in rete o consigli dati da persone, non particolarmente competenti, alcuni clienti fanno il classico buco nell’acqua! L’errore che capita più spesso è quello di iniziare la realizzazione del minireef con attrezzatura tecnica non adeguata: schiumatoio sottodimensionato, assenza di pompe di movimento, luce non idonea e infine utilizzo di rocce morte. Inoltre la fretta di inserire pesci e invertebrati dà il colpo di grazia a un equilibrio ancora precario dell’acquario.
E’ questo il motivo che mi ha spinto ad allestire in negozio un piccolo acquario realizzato secondo quello che a mio parere è il metodo di gestione più adatto ai neofiti: il metodo berlinese. Si tratta di un acquario di 50 litri scarsi, il filtro è posizionato dietro alla vasca e contiene al suo interno uno schiumatoio dimensionato per acquari da 100 litri funzionante con pompa centrifuga che è molto più efficiente dell’areatore; trova posto anche il riscaldatore, una spugna filtrante, carbone attivo e zeolite, la pompa di circolazione e alcune rocce vive. L’illuminazione è stata scelta in base agli organismi che si vogliono allevare, nel mio caso una semplice lampada pl da 18 watt bianca/blu. La pompa di movimento, da posizionare all’interno dell’acquario, da 500 litri orari e serve per garantire un elevato movimento dell’acqua in modo da evitare che si formi una zona di deposito di sostanze di rifiuto difficili da rimuovere. L’allestimento dell’acquario deve seguire un preciso ordine: per prima cosa si deve riempire l’acquario con acqua osmosi, poi si mettono in funzione filtro e riscaldatore. Il giorno successivo si mette la giusta quantità di sale (servono 35 grammi di sale per ogni litro di acqua) scegliendolo di qualità elevata per garantire purezza e presenza di importanti sostanze come calcio e magnesio. Dopo circa una settimana si possono inserire le rocce vive che sono di supporto per i coralli e svolgono l’importante funzione di filtraggio (sono parti integranti del metodo berlinese). Ora ha inizio la “battaglia dei nervi” tra la voglia irrefrenabile di acquistare il primo inquilino dell’acquario e la ragionevolezza di aspettare almeno un mese prima di farlo. I tempi per la maturazione dell’acquario sono infatti molto lunghi e dalla sua installazione al popolamento può passare molto tempo; nel frattempo si porta a regime l’illuminazione aumentando gradualmente il fotoperiodo (periodo di luce accesa) da un’ora a circa 9 ore al giorno; si tengono sotto osservazione i più importanti parametri dell’acqua e solo dopo si possono inserire i primi organismi quali gamberetti, lumachine turbo e i primi coralli. Per quando riguarda i pesci è doveroso ammettere che in un minireef è preferibile non metterli o limitarsi ad un pesciolino di piccole dimensioni e dal carattere tranquillo, che non soffra a causa delle ridotte dimensioni della vasca e che inquini il meno possibile l’acqua. L’acquario allestito in negozio è in funzione dai primi giorni di novembre e ho messo i primi invertebrati dopo un mese e mezzo, da fine gennaio ospita anche un pesciolino Pterapogon kauderni ma il suo completo allestimento non è ancora terminato.
La manutenzione del minireef consiste nel cambio parziale (20% circa) dell’acqua una volta ogni 2 settimane con pulizia dello schiumatoio, il rabbocco dell’acqua evaporata con quella ad osmosi ogni 2 o 3 giorni, la sostituzione del carbone attivo e della zeolite mensilmente e le integrazioni necessarie per il mantenimento dei parametri ottimali (durezza carbonatica, calcio e magnesio in particolare). Mi sento di dire che sia un acquario alla portata di tutti sia dal punto di vista dell’impegno che dei costi da affrontare che sono sensibilmente più bassi rispetto ad un acquario di maggiori dimensioni.
Tratto dal numero 36 di Zoomark News
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