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ATTUALITÀ | 20 novembre 2025, 12:44

Progetto del ponte sul torrente Oremo, la replica della Soprintendenza

La Soprintendenza interviene in merito all'articolo "Ponte sull’Oremo, progetto fermo: nodo con la Soprintendenza, la Provincia lavora a tre soluzioni"

Progetto del ponte sul torrente Oremo, la replica della Soprintendenza

Progetto del ponte sul torrente Oremo, la replica della Soprintendenza

Con riferimento all’articolo pubblicato di mercoledì 11 novembre 2025 "Ponte sull’Oremo, progetto fermo: nodo con la Soprintendenza, la Provincia lavora a tre soluzioni", questa la nota di replica della  Soprintendenza.

  "Spiace constatare che la Soprintendenza venga spesso chiamata in causa quale capro espiatorio per giustificare ritardi nelle procedure autorizzative o realizzative di opere pubbliche o di interesse pubblico, quando i ritardi sono da imputare a tutt'altre cause.

Per quanto riguarda il caso specifico, se si fosse tenuto in conto sin dall'inizio un principio di legge basilare, ovvero che qualunque bene immobile di proprietà pubblica con più di 70 anni è tutelato quale bene culturale, la Soprintendenza sarebbe stata chiamata in causa per tempo, ovvero sul nascere della progettazione, e non in ultimo, come invece è stato fatto nell’ambito della Conferenza dei servizi in corso di svolgimento: risulta infatti molto più facile condividere una linea d'azione nel momento in cui si valutano le alternative progettuali, piuttosto che quando il progetto è ormai compiuto in ogni parte.

In ogni caso, per rispettare l'esigenza di ripristinare quanto prima il collegamento stradale, la Soprintendenza NON ha espresso parere negativo all’intervento, ma parere favorevole, chiedendo di modificare il progetto per salvare la parte di ponte ancora in piedi (ponte non viadotto), a salvaguardia non solo dell'aspetto paesaggistico, ma anche di un manufatto di interesse storico.

Se la Provincia di Biella intendesse comunque procedere con il progetto originario, in base alla legge (e non per giudizio discrezionale) la decisione circa la demolizione totale del manufatto storico non spetterebbe alla Soprintendenza, ma a un superiore organo collegiale denominato “Commissione regionale per il patrimonio culturale”.

L’impianto normativo in materia di beni culturali è rimasto pressoché immutato dal 2004 e sono pertanto vent'anni che procedure e pareri seguono i medesime percorsi: si preferisce rifugiarsi nel cliché “la Soprintendenza blocca tutto”, piuttosto che procedere in maniera rigorosa e responsabile nei confronti delle comunità alle quali dobbiamo rispondere delle scelte amministrative adottate.

La Soprintendenza rimane aperta a tutte le forme di collaborazione, ma basilare rimane il rispetto del ruolo e dei compiti istituzionali di ciascun ente."


 

Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Biella, Nov

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