Ad oltre un anno dal suo insediamento alla guida della Fondazione Accademia Perosi, è tempo di bilanci per il presidente Gianluca Susta che, a 360° gradi, ha parlato di questa realtà ai taccuini di Newsbiella.it, tra novità nel programma didattico, prossime iniziative e sogni nel cassetto.
Più di un anno alla Fondazione Accademia Perosi: qual è il bilancio del primo periodo di attività?
Il Perosi, a Biella, ha una storia di oltre quarant'anni e non aveva certo bisogno di me per confermarsi come un'eccellenza del territorio. Quando si diventa una delle sette realtà riconosciute dal Ministero dei Beni e della Attività Culturali nel campo dell'alta formazione musicale è perché si ha la propria forza in sé stessi. E questo merito va al Direttore Stefano Giacomelli, ai suoi collaboratori, in primis Barbara Giacomelli, e alla loro mamma Ornella perché hanno avuto la forza di proseguire l'impresa avviata da quella straordinaria figura, una vera e propria “forza della natura”, che era il M° Giorgio Giacomelli. Il mio compito è quello, quindi, di accompagnare la crescita della Fondazione, mantenere relazioni a tutti i livelli, pubblici e privati, per far capire l'importanza, a noi Biellesi, di avere qui questa realtà, che potrebbe benissimo operare altrove, che ha uno sguardo sul mondo come poche altre realtà che operano in Città e che non possiamo perdere. Mi sembra di cogliere nel tessuto vivo della Città una rinnovata attenzione, anche se ancora troppo timida, delle istituzioni e della città in generale su questa splendida realtà. Non resta che insistere.
L’Accademia e le attività didattiche: ci sono delle novità in programma quest’anno?
Abbiamo definito ed avviato un programma molto strutturato, diversificato, capace di raggiungere sensibilità diverse. Verso l'estate, poi, con l'amministrazione provinciale e comunale, ci apriremo ulteriormente al territorio organizzando concerti diffusi nelle diverse zone del Biellese e riproporremo quel bellissimo e intenso spettacolo - “Eroina - Donne alla Guerra di Troia” - che abbiamo proposto a settembre a Tindari e Taormina e che è più che mai d'attualità nel richiamare l'attenzione sui temi della violenza alle donne e su come le donne hanno vissuto fin dall'antichità certa propensione maschile alla violenza contro di loro. Uno spettacolo di musica e teatro davvero toccante e da non perdere.
Nella sua figura di ex sindaco, secondo lei, in che modo l’attività culturale del programma concertistico dell’Accademia può portare un valore aggiunto alla città?
Tutte le arti – e, quindi, a maggior ragione la musica classica – richiedono un'azione civile, pedagogica, di educazione della gente al bello. Il nostro programma è rivolto a chi è esperto, a chi sa apprezzare e giudicare un'esecuzione musicale, ma si rivolge anche a chi vuole capire, imparare, rieducare sé stesso e la propria sensibilità in un mondo in cui di offerta, anche in campo musicale, ce n'è molta, ma in cui è anche molto difficile discernere. Anche le Istituzioni spesso fanno fatica a discernere, quando investono in cultura, tra chi fa marketing e chi fa davvero cultura. La nostra storia ultra quarantennale, il nostro profilo internazionale, la qualità dei nostri maestri ed allievi, i successi ottenuti da questi ultimi nei concorsi internazionali più prestigiosi, sono una chance anche per Biella. Il “Perosi”, da oltre 40 anni, è l'esempio più concreto di cosa voglia dire per Biella essere “Città Creativa”.
Cosa l’ha spinta ad avvicinarsi al mondo della musica e ad accettare l’invito come Presidente dell’Accademia?
Avevo 22 anni quando sono diventato Assessore alla Cultura e mi son trovato davanti i problemi in cui si dibatteva un neonato Istituto Musicale Perosi, che muoveva i primi passi, animato solo dall'entusiasmo del M° Giacomelli e delle persone a lui vicine, tra i calcinacci di un ex convento di San Sebastiano in quasi abbandono. Con l'allora Sindaco, Avv. Squillario, prendemmo a cuore i due obiettivi: aiutare il Perosi a diventare quello che è diventato e a recuperare il convento e il chiostro di San Sebastiano. Da qui la messa a disposizione della sede prima in Piazza Curiel e poi a Palazzo Gromo Losa e il sostegno che per molti anni il Comune – unitamente alla Fondazione CRB - non fece mai mancare all'Istituto e all'Accademia “L. Perosi”. Chiusa la mia esperienza politica, invitato dalla Fondazione Accademia “L. Perosi” ad assumerne la presidenza non potevo dire di no; sarebbe stato come dimenticare da dove avevo cominciato. Lo dovevo a Giorgio Giacomelli ma anche a me stesso. Mai dimenticare che quello che si è avuto in termini di relazioni, esperienze, conoscenze, va restituito a chi lo merita.
Tra i progetti futuri, ci sono idee “in cantiere” o “sogni nel cassetto” che avrebbe il piacere di proporre?
Come ho già detto noi siamo innanzi tutto una scuola; una scuola di alta formazione. Da anni, quindi, abbiamo avanzato ai Ministeri competenti la domanda per diventare – al pari di altre Accademie non certo più titolate di noi – una vera e propria “Università”. Ciò rafforzerebbe l'autorevolezza dell'Accademia perché al riconoscimento sostanziale che ci deriva dalla qualità dei Maestri e dai risultati degli allievi si aggiungerebbe un riconoscimento formale, al di là di quello che già ci dà il Ministero dei Beni Culturali, che sarebbe il coronamento di un lavoro che viene da lontano e che speriamo vada ben oltre di noi.























