Richiesta di assoluzione da parte del Pubblico Ministero Paola Francesca Ranieri nei confronti di Stefano Zaramella, Primario di Urologia all'Ospedale degli Infermi di Biella, imputato di omicidio colposo per le morti di Rocco Varacalli e Daniele Skerletic, entrambi operati nel 2016 da Zaramella, ed entrambi deceduti successivamente.
Nel caso Skerletic il primario era inoltre imputato di lesioni gravissime per avergli asportato la milza al posto del rene colpito da tumore, e per falso nel referto dell'operazione in modo da giustificare alla famiglia la necessità di un altro intervento, resosi necessario per rimediare all' errore commesso nel primo. Per queste situazioni il PM ha chiesto la condanna a 1 anno e due mesi di carcere.
Questi i responsi dell'udienza di mercoledì 19 luglio in Tribunale a Biella, in cui, oltre alle richieste dell'accusa, ci sono state le arringhe della difesa e delle parti civili.
L'Avvocato Antonio Villani di Roma è parte civile per Rocco Varacalli: “In merito agli omicidi colposi il Pubblico Ministero ha fatto un ragionamento conservativo, che non ha legato alle altre condotte criminose ed alla personalità dell'imputato. Non ha parlato di nesso causale e ha detto che Zaramella ha rispettato le linee guida. La difesa Zaramella, che ha sempre parlato di gogna mediatica, mercoledì ha affermato che, con questa richiesta di assoluzione, la pubblica accusa si è purificata”.
Villani ricostruisce la disavventura sanitaria di Rocco Varacalli, morto a 75 anni: “Varacalli, che era malato di tumore alla vescica ed aveva altre metastasi, era un paziente dichiarato non guaribile ma non terminale. E' entrato in ospedale con un sanguinamento alla vescica e non era nelle condizioni fisiche per la cistectomia radicale, intervento molto invasivo anche per un paziente sano. Lo hanno detto in dibattimento anche i consulenti tecnici dell'accusa, i quali non hanno mai negato che l'intervento ha accompagnato Varacalli alla morte”.
Questa è la tesi su cui l'Avvocato Villani ha fondato la sua linea processuale: “La Corte di Cassazione ha stabilito che, se con un intervento chirurgico non riuscito si accelera la morte, ciò equivale a cagionarla. E' il caso di Varacalli, che è entrato in ospedale con i suoi piedi ”.
La prossima udienza sarà il 15 settembre per le repliche alle conclusioni di mercoledì scorso e la lettura del dispositivo della sentenza. “Aspettiamo la decisione del giudice – commenta Villani – Non è scontato che accolga la richiesta di assoluzione per gli omicidi colposi”.
Nel caso di assoluzione di Zaramella, alle parti civili sarà precluso l'appello in quanto il reato di omicidio colposo si prescriverà ad inizio 2024. “In questo caso – conclude Villani – il reato si prescrive in 7 anni e mezzo dal fatto, che dovrebbero scadere a gennaio o febbraio 2024”.























