“Ero impiegato in una ditta ma non ero più molto entusiasta del mio lavoro. Ho visto che Atap ha pubblicato diversi avvisi di ricerca del personale. Lì per lì non ci ho pensato, poi ho iniziato a immaginarmi autista di bus, fare servizio per il territorio che conosco e ho iniziato a studiare per capire se poteva piacermi. Più passavano i giorni e più mi appassionavo. Ho preso la patente D che non avevo e ho passato l'esame del Cqc tutti e due li ho superati con zero errori. Ho fatto non so quanti colloqui in Atap, senza contare i viaggi su e già (naturalmente tutto a mie spese) per seguire le lezioni per prendere il Cqc. All'ultimo colloquio in Atap mi hanno detto che c'ero quasi, e avevo davvero buonissime possibilità. Ero felicissimo. Mi sono licenziato dal mio vecchio lavoro e sono andato a fare l'ultimissima visita a Torino. Durante tutti i colloqui, gli esami, tutti hanno visto che portavo gli occhiali. Peccato che solo all'ultima visita mi hanno detto che non puoi avere meno di 2 diottrie per occhio se vuoi fare l'autista e hai meno di 40 anni. E a me ne mancano 5 di diottrie e ho meno di 40 anni. E vieni a sapere che ci sono autisti che a Biella sbagliano strada perchè non sono di qui, che bocciano i bus. Il mondo mi è caduto addosso. Io conosco il mio territorio e ho avuto ottimi voti in tutti gli esami. Sarei stato contento di lavorare per prestare un utile servizio. Peccato quell'ultima visita”.
A questo proposito il presidente Atap Vincenzo Ferraris spiega come gli esami di Torino non vengano gestiti da loro e non siano dunque a conoscenza di tutti i criteri ai quali fanno riferimento. "Per certi esami ci affidiamo alle Ferrovie dello Stato - commenta - che ci mandano solo gli elenchi con in nomi di chi risulta idoneo all'impiego. Noi non sappiamo il motivo di chi non passa le visite. Fa piacere essere ancora un'azienda che attrae dal punto di vista lavorativo, spiace per questo signore che non è riuscito a entrare e a farne parte".