Lo avevano annunciato: "Ogni sabato scenderemo in piazza", e così è stato anche ieri, 4 dicembre, in piazza Vittorio Veneto, a Biella, dove un contenuto gruppo pacifico si è ritrovato per rinnovare la protesta contro le misure adottate dal governo.
Dopo il coro, col motto che ormai ben conosciamo, si è aperto il dibattito con l'espressione di solidarietà agli attivisti australiani che hanno lanciato un sos internazionale per revocare le misure punitive imposte loro dall’inizio della crisi del coronavirus.
In Australia, dopo oltre 18 mesi di lockdown, le dure politiche applicate, tra cui l’uso di proiettili di gomma e numerosi arresti, un gruppo per la libertà ha lanciato un appello ai leader internazionali affinché facciano pressione sul governo per allentare le restrizioni.
E proprio ieri, 4 dicembre, gli attivisti australiani hanno organizzato un evento per riunire “politici, leader internazionali e tutti i cittadini interessati” e chiedere che il governo australiano interrompa ogni piano obbligatorio di “vaccinazione”. La richiesta di sostegno alla loro causa è rimbalzata in tutto il mondo ed è stata raccolta anche dalla piazza di Biella che ha espresso solidarietà al popolo australiano.
L'incontro è entrato poi nel vivo con le sollecitazioni del relatore a "disubbidire" supportando gli argomenti con la produzione di documentazione e consigliando linee di comportamento da tenere per quei lavoratori che avrebbero l'obbligo vaccinale e che non sanno come agire nel caso di sospensioni.
In una piazza Vittorio Veneto, presidiata da Polizia e Carabinieri, anche ieri è stato garantito il diritto alla protesta che non ha provocato alcun momento di tensione e che ha visto scemare dal primo sabato ad oggi la partecipazione e l'interesse della popolazione biellese che pare poco propensa ad accogliere l'invito alla "resistenza" e alla "disubbidienza".