Più che le parole serve il cuore per descrivere cosa riesce a fare Massimo Coda, paratleta che con il compagno di avventure Andrea Lanfi, compie sulle vette più alte delle alpi conosciuti ormai come «due uomini, una gamba».
Coda l’ha descritto al Panathlon nel nuovo incontro con i soci del club service sportivo della provincia, aiutato da vice presidenti del Cai Biella, Andrea Formagnana e del club Laura Gelso. Usando pacate parole e immagini mozzafiato di questi due amici di fresca data che con le protesi scalano Monte Bianco, Marmolada, Monviso e Monte Rosa. «Avrei voluto scalare il Cervino già prima del mio incidente - spiega Coda - e ci abbiamo riprovato questa estate. Ma ancora una volta quella montagna mi ha respinto: sono salito fino a un certo punto, ma quella croce in vetta non sono riuscito ancora a toccarla».
L’inverno ormai è alle porte ma la coppia di scalatori, non professionisti e che le proprie imprese le compiono durante le ferie, stanno pensando all’Africa. «Ci dovevamo andare nel 2019 poi la pandemia - chiude l’alpinista - e ora stiamo pensando ai 5895 metri del Kilimangiaro o il Monte Kenya, due modi di salire in cima differenti, il primo alpinistico, il secondo alto 5199 metri, da arrampicata».






















