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POLITICA | 11 febbraio 2021, 11:30

"Fallimento DAD" l’assessore Caucino: "Un bambino su tre non ha mezzi tecnologici adeguati per sostenerla"

I dati, preoccupanti, vengono da una ricerca condotta da Unicef e Università Cattolica: 27% delle famiglie non dispone di tecnologie adeguate, il 30% dei genitori non ha tempo sufficiente per seguire la didattica a distanza dei figli e il 6% dei ragazzi intervistati con accesso ad internet non ha connessione adeguata per l’apprendimento a distanza.

Chiara Caucino, assessore regionale al Welfare

Chiara Caucino, assessore regionale al Welfare

«La didattica a distanza ha fallito, soprattutto con i nostri bambini. Pur nella massima sicurezza, come garantita dai protocolli della Regione Piemonte, dobbiamo fare in modo che i nostri ragazzi restino in classe il più possibile. Non solo perché, come abbiamo sempre sostenuto, hanno bisogno di ritrovare la socialità, ma perché i numeri descrivono una situazione che ha fatto e fa acqua da tutte le parti».

Non ha dubbi l’assessore regionale al Welfare, Chiara Caucino, da sempre contraria alle lezioni a distanza per i ragazzi, leggendo i risultati di un sondaggio condotto dall’Unicef e della Cattolica. L’indagine, che dà ragione all’esponente della giunta Cirio, conferma che una famiglia italiana su 3 non è stata in grado di sostenere adeguatamente l'apprendimento a distanza dei bambini durante il lockdown.

Più precisamente, secondo Unicef e Cattolica il 27% delle famiglie non dispone di tecnologie adeguate, il 30% dei genitori non ha tempo sufficiente per seguire la didattica a distanza dei figli e il 6% dei ragazzi intervistati con accesso ad internet non ha connessione adeguata per l’apprendimento a distanza. Non solo: secondo l’organismo sono 4-5 le ore giornaliere in più spese dai ragazzi di fronte allo schermo e il 70 per cento dei genitori riconosce nei propri figli più autonomia nell’uso della tecnologia digitale per la scuola. 

E nonostante il 61 per cento dei genitori intervistati ritenga che i loro figli siano diventati più bravi a organizzare le loro attività scolastiche rispetto al periodo pre-chiusura (conseguenza prevedibile) e più del 70% dei genitori ha riferito che i loro figli hanno acquisito autonomia nell'uso delle tecnologie digitali per la scuola resta troppo alto il «digital divide» che penalizzerebbe tre studenti su dieci. 

«I dati dell’Unicef e di Cattolica - conferma Caucino - confermano quanto ho sempre sostenuto: ovvero che la didattica a distanza non solo ha creato gravi disagi ai nostri figli, privandoli della loro socialità. Ma si è rivelata, sostanzialmente, poco efficace, perché aumenta il digital divide, escludendo dalle lezioni un bambino su tre. Una situazione non accettabile, foriera di gravi diseguaglianze. La Regione Piemonte ha fatto e sta facendo un grande sforzo per mantenere le lezioni in presenza e la rilevazione dell’Unicef e della Cattolica confermano la bontà della scelta: sempre secondo la ricerca, infatti le famiglie più numerose - che sono quelle che vanno sostenute ancora con più forza -  hanno incontrato difficoltà a tenere il passo con la crescente domanda di dispositivi per ognuno dei loro bambini che frequenta la scuola. Queste famiglie dovrebbero beneficiare di un ulteriore sostegno finanziario se la didattica a distanza dovesse tornare anche per i più piccoli o rimanere una strategia a lungo termine», conclude Caucino.

comunicato caucino - f.f.

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