Gli agenti della polizia postale di Biella hanno arrestato un uomo di 49 anni, residente a Cossato, con l'accusa di induzione alla prostituzione minorile. I fatti risalgono al 2015, quando l'uomo, dopo aver creato un profilo falso su Facebook spacciandosi per un'adolescente, ha iniziato ad adescare ragazzine promettendo sigarette e ricariche del cellulare chiedendo in cambio di essere maltrattato sessualmente. Proponendosi come loro "schiavo", spingeva infatti le ragazzine ad umiliarlo e maltrattarlo, nella perversa ricerca di un piacere fisico.
Le indagini, condotte dal Compartimento Polposta Piemonte con il coordinamento del C.N.C.P.O. del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, si sono concluse con l'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare da parte del Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Torino, eseguita nei confronti dell'indagato dagli investigatori della Sezione di Biella. Tutto è partito dalla denuncia dei genitori di una minore, i quali resisi conto della presenza di strane conversazioni sul profilo Facebook della figlia, hanno interessato il personale della Polizia Postale e delle Comunicazioni, che oltre ad acquisire elementi inconfutabili di responsabilità nei confronti dell'indagato, ha anche delineato le modalità di avvicinamento alla giovane vittima: il primo appuntamento era stato dato alla minore in un centro commerciale, mentre gli incontri sessuali avvenivano nelle campagne biellesi, bordo di una vecchia utilitaria o all'aperto tra la vegetazione, sotto un cavalcavia, in un posto che il pedofilo chiamava "La Galleria". Lui si faceva trovare già svestito e legato, in attesa di subire i maltrattamenti sadomaso.
Ritenendo sin da subito che non si trattasse di un caso isolato, gli investigatori analizzavano il tenore delle conversazioni, e ricomponendo i contatti avvenuti in rete riuscivano a risalire ad altre minori già finite nelle mira del pedofilo, interrompendo l'attività dell'uomo prima che potesse avvicinarle. Nel corso di una perquisizione nell'abitazione dell'uomo è stato ritrovato materiale pedopornografico e le ricariche telefoniche con cui avrebbe pagato le prestazioni. Inoltre, l'accurata analisi tecnica sui cellulari e supporti informatici sequestrati all'indagato ha confermato le ipotesi accusatorie formulate nei confronti del 49enne biellese, che deve rispondere di sfruttamento della prostituzione minorile.






















