Bloccati a bordo del loro furgone, dalla Polizia, vengono trovati in possesso di circa 200 chili di rame, di provenienza furtiva.
Questa, almeno, è l’accusa con cui V.C., 31 anni, e E.S., 39, entrambi residenti a Biella, sono stati fermati. Stamattina, gli arresti sono convalidati e i due, assistiti dall’avvocato Francesco Alosi, hanno ottenuto i domiciliari. La vicenda si è registrata ieri, nell’ambito dei servizi straordinari di controllo del territorio, portati avanti dalla Questura cittadina.
E’ tardo pomeriggio, quando una volante intercetta il furgone con i due uomini a bordo. Basta un controllo e dal retro spuntano 190 chili di rame, che sarebbero spariti da una fabbrica dismessa, di via Zanobini a Biella. Gli arrestati si difendono asserendo che loro, da tempo, raccolgono rottami di ferro e che la roba l’hanno trovata all’esterno della ditta, per strada. Un controllo all’interno del capannone, evidenzia che ci sono altri 500 chili di cavi, con l’anima di rame, pronti per essere caricati sul mezzo.
A quel punto, parte la denuncia per furto. Ma non finisce qui, o forse il mistero si infittisce. All’interno della fabbrica, infatti, è stato trovato un sacchetto con arnesi da scasso. I due arrestati, però, sostengono che non sia loro e, anzi, di non essere mai entrati nei locali. Se ne riparlerà il prossimo 27 marzo, quando compariranno davanti al giudice per il processo con giudizio immediato. Intanto l’attività di controllo straordinario del territorio da parte, della Polizia di Stato, proseguirà anche per tutto il fine settimana.