“Dopo essere stata presa in giro per 45 minuti si è alzata dicendo al compagno di smetterla, lui l'ha derisa, quindi spintonata, lei ha reagito afferrandolo per la maglia, e lui le ha sferrato due pugni in faccia. A questo punto è intervenuto il professore altrimenti questo ragazzo avrebbe continuato a colpirla”. E' il racconto di una mamma scossa, la cui figlia frequenta una scuola media di Biella, che in questi giorni è stata contattata dall'istituto dove è iscritta, che le ha chiesto di andare a prenderla perchè “era dal dirigente, in quanto le era successa una cosa brutta con un compagno che le aveva fatto del male”.
“Non devono accadere queste cose, non va bene”, racconta la mamma. “Visto anche quello che è accaduto a quella ragazza di Milano nei giorni scorsi, penso sia giusto che la gente sappia, e i ragazzi devono capire che certe cose non le devono fare. Non è la prima volta che questo giovane si comporta così. Non contento, dopo che ha preso a pugni mia figlia, le ha anche calpestato e ovviamente rotti, gli occhiali che le sono caduti a terra per via della botta. Mia figlia ora è preoccupata, e non va volentieri a scuola. Io le parlo e cerco di rassicurarla, ma non è semplice”. Ora nei confronti dell'aggressore la famiglia dell'allieva ha presentato querela dai Carabinieri, relativa a “lesioni personali in ambito scolastico”. E sul referto del pronto soccorso dove hanno portato la giovane per gli accertamenti del caso, la diagnosi di 3 giorni è in quanto "Vittima di violenza fisica in ambito scolastico da parte di un coetaneo".
Il dirigente scolastico condanna con fermezza l’accaduto, sottolineando la necessità di affrontare alla radice le cause di questi comportamenti: “Prevenire del tutto situazioni simili è difficile. Spesso, dietro a ragazzi che si comportano così, ci sono sofferenze o disagi familiari. Tuttavia, non c’è alcuna giustificazione: è inaccettabile che un alunno colpisca un’altra persona, tanto più una ragazza. La sospensione non è più prevista e, in ogni caso, non risolverebbe il problema. Servono percorsi di rieducazione, perché oggi è un compagno di classe, ma domani potrebbe essere un fidanzato: come si comporterà? Devono capire che questi atti sono punibili e non tollerabili nella società. La decisione della famiglia di sporgere querela sicuramente va nella direzione di fare comprendere al ragazzo con chiarezza i limiti e la gravità dei comportamenti violenti".
























