Riceviamo e pubblichiamo:
“In relazione alla querelle che si è sviluppata sui media circa l’eliminazione, da quest'anno, della cosiddetta “chiusura dei cancelli”, credo necessario, come Amministratore del Santuario di Oropa, fare alcune precisazioni. Prescindo dal merito della questione: non sono uno storico, non voglio entrare in una polemica che forse non mi appartiene.
Personalmente, con il massimo rispetto per le tradizioni, concepisco i rituali sul piano dei valori che portano; quando sono sterili ripetizioni di gesti, le capisco meno. Tutte le cose cambiano e si evolvono. Se dovessimo rispettare le tradizioni il CdA di Oropa si riunirebbe ancora avendo come elemento di convoca le campane del Piazzo.... molto più in alto, vediamo come sia scomparsa la sedia gestatoria o l'utilizzo della Tiara pontificia; nemmeno il “Padre Nostro” è rimasto immutabile. La “cerimonia” della chiusura dei cancelli vedeva il piccolo drappello delle Autorità avviarsi sul luogo deputato in mezzo agli sguardi curiosi della gente che non capiva il momento, effettuare l'operazione, e risalire chiacchierando.
Quando, poi, si facevano i tre ingressi, era ancora peggio perché diventava un momento frettoloso vissuto nel più assoluto disinteresse di partecipanti e astanti. La vulgata, spesso diffusa dai giornali, parlava di chiusura dei cancelli come momento di conclusione della stagione dei pellegrinaggi. Dopo la sospensione per la pandemia, il Consiglio di Amministrazione iniziò a porsi il problema della ripresa o meno dell'evento, con una proposta, prima condivisa e poi ritrattata da parte del Sindaco.
Come di prassi il nuovo Sindaco prese un contatto preventivo con l'Amministrazione di cui sarebbe entrato a far parte e in quella occasione, i due Amministratori Delegati ed il Rettore prospettarono anche questa situazione proponendo una soluzione diversa che ricordasse l'evento mantenendo l'attenzione sulla vera importanza della ricorrenza dell'ultima domenica di agosto: il ricordo della dedicazione delle due Basiliche e delle cinque centenarie incoronazioni. L'avv. Olivero, nella sua veste di nuovo Sindaco e nuovo membro di diritto del Consiglio di Oropa, volle approfondire storia, evoluzione e attualità del gesto e convenne sulla decisione di sostituire la modalità di ricordo dell'evento, anzi sottolineandone maggiormente l’importanza e la costanza nel tempo ricordandone anche la vicenda storica oggi nota solo a pochi addetti ai lavori.
Al primo CdA successivo l'argomento fu portato all'ordine del giorno e il Consiglio, presieduto dal Vescovo, all'unanimità approvò la modifica. Questo per farne una veloce cronistoria e uscire dai personalismi che sono stati evidenziati in alcune sedi. Ciò che, invece, più mi preme sottolineare è che l’Amministrazione del Santuario di Oropa, in base alle sentenze di inizio novecento (quindi successive agli editti settecenteschi) definirono l'Ente non solo “laicale di culto” ribadendo il ruolo paritario di laici e religiosi, ma prioritariamente “autonomo”. Per questo non ha fondamento certa richiesta di passaggi in Consiglio Comunale (peraltro mai effettuati e nemmeno nelle due fasi di accettazione e successivo diniego da parte del precedente Sindaco) in quanto non avente titolo.
La presenza della Amministrazione Comunale è garantita dalla presenza del Sindaco e dei Consiglieri da questi nominati, ma Oropa non risponde ad altri per non violare quel requisito di “autonomia” che la contraddistingue, anche se questo unicum giuridico a volte la penalizza, come è successo con i contributi Covid cui non ha avuto accesso perchè non rientrante in nessuna categoria beneficiaria, o per i lavori alla Basilica Superiore successivi all’esigenza di messa in sicurezza per mantenerne l'agibilità che si sono affrontati grazie ad un intervento straordinario (perchè non rientrante nei beni ecclesiastici proprio per la sua peculiarità) della CEI e alla cordata attivata dal Presidente Ferraris della Fondazione CRB che riuscì a costituire un’azione congiunta fra le Fondazioni Bancarie e la regione Piemonte”.