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CULTURA E SPETTACOLI | 07 agosto 2024, 11:40

Cinema e storia, a Rosazza concluse le riprese in realtà virtuale

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Cinema e storia, a Rosazza concluse le riprese in realtà virtuale

Rosazza come un set cinematografico. È notizia di questi giorni che sono terminate le riprese in Realtà Virtuale, realizzate per il cortometraggio “Storie di Pietra. La vita nell’alta Valle del Cervo”. LO annuncia ETT S.p.A., industria digitale e creativa internazionale: la pellicola, diretta da Federico Basso su sceneggiatura di Edoardo Rossi, si divide in due capitoli di 6 minuti ciascuno e restituisce uno spaccato della vita nell’Alta Valle del Cervo a fine Ottocento, interpretando le abitudini e le pratiche quotidiane degli abitanti di questi luoghi che nascondono ai più i valori e le usanze famigliari della popolazione residente.

Con l’obiettivo di ricreare un’esperienza totalizzante e coinvolgente, la produzione ha allestito set realistici e ha utilizzato nuove tecnologie sperimentali per realizzare sequenze in grado di restituire allo spettatore un senso di partecipazione immersiva. La scelta di girare le scene del corto in location nasce, infatti, dall’esigenza di valorizzare un luogo che conserva le tracce storiche del passato. Attraverso le riprese in Realtà Virtuale e attrezzature tecniche, quali drone, steadycam e camere fisse, la regia ha voluto costruire un racconto evocativo che uscisse dall’ambito prettamente documentaristico e superasse le modalità di fruizione tipicamente didattiche, per posizionarsi come esperienza immersiva di intrattenimento, più vicina all’ambiente cinematografico. La realizzazione del corto ha coinvolto anche la comunità e gli enti locali.

Ad affiancare i due attori protagonisti, Fiammetta Bellone e Matteo Alfonso, 20 comparse appartenenti a una compagnia teatrale del luogo e a un gruppo di rievocazione storica del Biellese. La troupe, invece, ha visto il coinvolgimento di 18 professionisti. Il primo capitolo del cortometraggio è introdotto da una voce fuori campo che con linguaggio attuale ci riporta, a quanto accadeva nella Valle sul finire dell’Ottocento. L’uso, da parte dei personaggi, del dialetto, seppure in forma circoscritta, contribuisce a rendere più agile e dinamica la scena cinematografica. La seconda parte del film, invece, si focalizza dapprima sul dialogo tra due uomini di diversa estrazione sociale e, successivamente, sulla scansione della vita di una famiglia, nel momento in cui il padre si prepara a lasciare la casa per emigrare verso luoghi lontani che lo vedranno impegnato in mestieri rischiosi. Il periodo complessivo di sviluppo e preparazione è stato di cinque mesi, comprensivi di sviluppo, stesura dello script, preparazione delle riprese. Il progetto ha visto la partecipazione dell'Unione e dei comuni dell'alta Valle del Cervo, con la consulenza storica della Casa Museo di Rosazza. 

Redazione g. c.

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