“Accogliamo senza stupore ma con forte amarezza la decisione del giudice di disporre l’archiviazione di tutti i procedimenti che riguardano i familiari delle persone cremate presso il Tempio Crematorio del comune di Biella durante la gestione Ravetti”. Lo sdegno è palpabile e non lo nascondono i parenti dei defunti nella nota stampa inviata agli organi locali, a seguito del pronunciamento del giudice incaricato in merito alle oltre 500 querele, presentate nei mesi scorsi per buona parte dai legali di Codacons e dall'avvocato Alessandra Guarini.
La Procura di Biella aveva chiesto l'archiviazione dei reati: una richiesta a cui si erano opposti i familiari ma confermata dal giudice. “Ha accolto la richiesta della Procura archiviando tutte le querele, quelle dei miei assistiti e quelle presentate da altri colleghi – commenta Guarini - Il giudice ha motivato dicendo che non si è raggiunta la 'prova provata', concetto difficile da sostenere prima di fare le indagini come in questo caso, tenuto conto che la prova si forma durante il processo”.
Una volta informati, alcuni parenti dei defunti si sono raccolti fuori dal Tempio Crematorio nel pomeriggio di sabato, 22 maggio, per affermare un concetto molto importante: “Il nostro percorso non finisce qui. Porteremo avanti la nostra battaglia per la difesa dei diritti dei nostri cari. A breve ci costituiremo ufficialmente come Comitato e ci rivolgeremo ancora alla Magistratura e nelle sedi più opportune nella convinzione che la nostra azione salverà Il diritto prima ancora che le nostre ragioni”.
Il Comitato si chiamerà “A casa con me” e nasce con lo scopo di sensibilizzare le coscienze nazionali, non solo biellesi. “In questa storia prima vengono i parenti, poi tutto il resto – affermano le famiglie - Vogliamo muovere le acque per far sì che ci siano più controlli e maggior sorveglianza. Simili vicende non dovranno più accadere. Il Comitato servirà proprio per mantenere alta l'attenzione e per andare fino in fondo a questa storia”.
























