"Penso che dai quadri che saranno esposti si vedrà il mio mondo interiore. Un mondo diverso rispetto ai 'trucchi' che uso sempre". Per chi lo conosce semplicemente guardandolo in televisione, mentre si trasforma e veste i panni, con una bravura quasi disarmante, di tanti personaggi famosi, ascoltare Dario Ballantini che descrive la sua passione per l'arte e le sue opere pittoriche è qualcosa che resta impresso in maniera esponenziale. L'artista livornese sarà a Biella, sabato 13 febbraio alla Galleria Montmartre, in Piazza Adua a partire dalle 18, per l'inaugurazione di "Identità Artefatte", una mostra in cui interpreta il colore raffigurando l'uomo e le sue emozioni, angosce che per certi versi condivide, ma che tuttavia maschera nelle esibizioni teatrali e caricature dei vari personaggi che interpreta.
Ballantini dipinge il volto anonimo, di una maschera che per certi versi appartiene all'uomo che ogni giorno si cala nella parte che è tenuto ad indossare: "A Biella ci saranno anche opere molto recenti - spiega a Newsbiella - è un lavoro molto itinerante che mi ha portato in diverse città e che mi permette di non ingolfarmi troppo. Non si tratta di lavoro - ci tiene a precisare - ma di un attività parallela che viene prima di ogni altra cosa. Il mio percorso è stato lungo ma credo di essere diventato riconoscibile a livello artistico". Nei quadri che verranno esposti ci sarà molto dell'essere umano: "Ci sarà quasi tutto me stesso - afferma Ballantini - bene o male viene sempre fuori qualcosa che rimanda a me. Poi la pittura è come la musica: non ha bisogno di troppe spiegazioni...".
Dario Ballantini ha esposto in varie gallerie italiane ed estere: è stato chiamato ad esporre all'Università di Cambridge, all'ingresso della Metropolitan International School a Miami con una importante opera di 10 metri che accoglie le generazioni di studenti del South Florida nonché ad una live performances al Wynwood Walls dove ha dipinto 19 metri di parete oltre alla sede del Presidente di Real Estate: "Ho fatto tante cose in giro per il mondo - spiega - anche se la mia pittura non è riferibile ad un punto geografico preciso. Alcune cose hanno avuto successo come a Miami, con altre ho fatto più fatica. In Inghilterra, ad esempio. Sarà stata la lingua o il fatto che gli inglesi siano un po' freddini. Certo è che dal vivo i quadri hanno una forza diversa dalle foto e dal vederli in televisione. Il quadro ti deve parlare, spesso capita".
Ballantini non conosce molto bene Biella, anche se ha le idee chiare quando si tratta di immaginare un dipinto riguardante la città: "Su Biella mi viene in mente qualcosa di rarefatto, qualcosa di confine che non è ben definito. Un punto di passaggio tra mondi diversi, tra metropoli e periferia". Il pittore Ballantini ci racconta che, nella notte precedente, ha dipinto fino alle 3 del mattino e che, dividendosi tra Milano e Roma per impegni di lavoro, riesce a districarsi con difficoltà tra un'opera e un'altra. Nonostante tutto sono arrivati successi internazionali e complimenti provenienti da personaggi di cui Ballantini ha preso volto, movenze e voce, rivelandosi uno dei trasformisti più ammirati dell'ultimo decennio: "Vasco Rossi mi ha comprato due quadri che gli sono piaciuti molto, anche Lucio Dalla ha suonato ad una inaugurazione. Diciamo che il rapporto, con alcuni di loro, si è consolidato anche grazie alla pittura".
Identità Artefatte di Dario Ballantini, in collaborazione con il curatore Massimo Licinio, e gli organizzatori Nadia Macchi e Loris Zonta, sarà visitabile per un mese alla Galleria Montmartre di Biella. Per l'occasione si è andati a selezionare per l'evento una trentina di emozionanti opere.
Info: tel.015 849 4865






















