Massimo Cancellieri oggi è tornato a Biella, per definire la chiusura del suo contratto, magari anche per trattare su quei soldi (pochi) che deve ancora prendere, in definitiva per chiudere in maniera consensuale il suo rapporto con Pallacanestro Biella.
E non si può dire che la storia fra allenatore e società sia finita bene. Se di amore si è trattato, la passione però si era spenta da tempo. Era successo con i tifosi, che prima lo volevano in Nazionale e poi erano pronti a sputargli addosso, come hanno fatto con Soragna. Ma il pubblico è ingeneroso, lo si sa. Un giorno il tifoso ti mette sugli altari della gloria, quello seguente, se non alle prime alle seconde avversità, è pronto a scaraventarti sul baratro. E' successo con la società, che prima lo ha voluto, poi lo ha difeso, quindi lo ha confermato, mentre lui accettava continue dilazioni dell'ingaggio, cercando di salvare una barca che nessuno voleva salvare. Da una dichiarazione passata in second'ordine di un "dimissionario" Atripaldi si capisce chiaramente che comunque Biella in Lega A non ci sarebbe rimasta nemmeno se si fosse salvata.
Ed è qui che il compito affidato al Canc diventa ancor prima che proibitivo, del tutto inutile. Canc non è riuscito a fare quello che la società non voleva che lui facesse. Può sembrare un paradosso in termini, eppure è esattamente ciò che è accaduto.
Ha sofferto Massimo Cancellieri, 41 anni, da Teramo. Ha vissuto giornate buie cercando il bandolo di una matassa che nessuno sarebbe riuscito a dipanare. Ha stretto i denti e si è lasciato andare allo sconforto. Ha fallito, in parte, ma le attenuanti generiche e specifiche, a pochi giorni dall'addio silenzioso di un allenatore che comunque la si guardi ha fatto la storia di questo club, gli concedono minori responsabilità di quante gliene si vogliono imputare.
Cancellieri ha mandato giù il boccone, che è stato tanto amaro perché arrivato da persone dalle quali non se lo sarebbe aspettato. Non sa cosa farà del suo imminente futuro. In cuor suo vorrebbe fermarsi, aspettare, rifiatare, riflettere. Altri consigli e consiglieri lo porterebbero ad accettare offerte di portata minore. Lui è più propenso ad attendere un'occasione di rilancio, che gli permetta di dimenticare quest'ultimo anno, il più buio della sua carriera, che coincide al peggiore di Pallacanestro Biella. Intanto, a Roma, sta allenando Andrea Bargnani da un mese e mezzo. La stella Nba, per riprendersi dall'infortunio, ha scelto Canc, che tanto male quindi non dev’essere… Lo sta facendo per la Nazionale, ma è un lavoro individuale con la prima scelta assoluta dei Raptors.
Canc resterà a Biella l'allenatore della retrocessione, perché in tutte le storie, specie in una città che dà ancora la parola a Ramagli quando bisogna commentare, serve sempre trovare un colpevole. I tifosi non lo amano più. Loro, almeno, avrebbero potuto ricordare quanto di buono ha fatto, con minime risorse disponibili.
