Il computer è entrato a far parte delle famiglie con una facilità che, solo pochi anni fa, non ci saremmo aspettati. È naturale che anche i più giovani se ne siano appropriati, desiderosi di imparare e giocare con questo oggetto ricco di colori, immagini, suoni e animazioni. Internet diventa un mondo, uno specchio della realtà attraverso la quale si possono compiere viaggi interessanti. Purtroppo cela anche insidie e pericoli. Tuttavia, come non si vieta ai bambini di uscire in strada per paura del mondo reale, allo stesso modo dobbiamo lasciare che esplorino la rete. Il quotidiano on line newsbiella.it, da sempre attento ai pericoli del web e vicino alle forze dell’ordine, propone ai suoi lettori da oggi, domenica 22 novembre, un appuntamento settimanale dedicato ai rischi che adulti e bambini corrono avvicinandosi alla rete. Sarà un modo per scoprire come operano gli agenti della Polizia di Stato, e della Polposta di Biella in particolare. Ciò che tutti ci auguriamo è che, a seguito dell’iniziativa, il Web diventi un amico divertente, utile e non più pericoloso anche collegandosi anche al link img.poliziadistato.it/docs/brochure_web_amico.pdf
Oggi dedichiamo il primo appuntamento ai più giovani, troppo spesso vittime, nel biellese, di molestie sul web. Pericolosi pedofili si mascherano per attirare le vittime e farle cadere nella loro rete. Maschi o femmine non fa differenza. Il rischio ha un nome: pedopornografia. Con questo termine si intende lo sfruttamento sessuale di bambini, ragazzi e ragazze, costretti ad assumere pose provocanti. La pedofilia on-line, infatti, è alimentata da adulti che utilizzano la rete internet per incontrare altri soggetti affetti da una malattia che gli psichiatri fanno rientrare nella categoria delle “parafilie”. Per incrementare le loro fantasie sessuali deviate, non esitano a scambiare materiale fotografico o video pedopornografici con altri soggetti, oltre ad andare a caccia di incontri con i bambini che navigano in rete senza controllo.
Dagli studi effettuati dalla Polizia di Stato emerge che il pedofilo on-line è tendenzialmente un soggetto di sesso maschile, di età compresa tra i 20 e i 30 anni, non sposato, senza precedenti penali, che si connette da casa, in orario pomeridiano o serale. In circa il 10% dei casi analizzati il pedofilo on-line ha abusato anche fisicamente di bambini. Sono soggetti malati e pericolosi, molto lucidi e pazienti, capaci di attendere il momento opportuno allo scopo di ottenere materiale pedopornografico o contatti via web con le piccole vittime.
La legge emessa il 6 febbraio 2006 affida al "Centro Nazionale per il contrasto della pedopornografia sulla rete Internet" la lotta a questo crimine. Il Centro è la risposta della Polizia di Stato ai criminali che usano la rete per delinquere senza frontiere nei confronti dei minori. È istituito presso il Servizio Polizia postale e delle comunicazioni del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, e si occupa di prevenzione e repressione di questi reati. L'obiettivo primario è la difesa dei ragazzi in Internet, attraverso servizi di monitoraggio per la ricerca di spazi virtuali clandestini dove si offrono immagini e filmati di minori abusati per un turpe commercio online.
Il pedofilo può essere condannato da 6 a 12 anni di reclusione, oltre a una multa che va da 25 a 260 mila euro.





















