Da anni esiste una norma che prevede un coinvolgimento dei Comuni nella fase di contrasto all’evasione fiscale. Sarebbe opportuno a mio avviso che almeno i Comuni più grandi del Biellese, oltre a Biella, Cossato, Valdilana, Vigliano Biellese e Candelo anche in collaborazione tra loro applicassero concretamente questa possibilità.
Il Comune di Milano ha approvato e sottoscritto un protocollo di intesa con l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza per “rinnovare e integrare precedenti intese ai fini di una più efficace attività di lotta all’evasione”. E’ opportuno ricordare che la riforma fiscale del 1974 nel decreto sulle disposizioni comuni in materia di accertamento delle imposte sui redditi (50 anni fa) aveva istituito una norma, tutt’ora in vigore, che attribuisce ai Comuni la partecipazione all’attività di accertamento fiscale e contributivo secondo le disposizioni previste. Questo provvedimento prevede altresì che agli Enti locali sia riconosciuta dall’erario, dalle recenti proposte, un importo pari al 100% del maggior introito accertato e riscosso. La norma, pur in presenza da parte di tutti, istituzioni comprese, di essere di fronte ad evasione continua e consolidata, è stata ampiamente disattesa.
Gli interventi che i Comuni potrebbero o dovrebbero fare riguardano attività che notoriamente sono in una posizione irregolare sia per l’aspetto fiscale che per quello contributivo per i dipendenti in “nero”. Le proprietà immobiliari per quanto riguarda l’abusivismo, irregolari contratti di locazione (case vacanza, appartamenti per studenti), irregolari abitazioni principali, residenze fittizie all’estero. La disponibilità di beni indicativi di capacità contributiva pur in assenza di congrui redditi fiscali dichiarati. E’ indispensabile che gli enti abbiano a disposizione le risorse sia tecnologiche che di personale per poter procedere a questi interventi. Va precisato che la posizione è particolarmente delicata e non deve assumere la veste di una pura “delazione” generica senza alcun elemento concreto: questo è certamente un pericolo che si corre.
Mentre nei Comuni nel complesso il recupero dell’evasione dei tributi locali funziona, per i Sindaci in particolar modo nei piccoli Comuni l’intervento più pesante sulla fiscalità generale diventa molto più difficile, in particolar modo in alcune regioni, sia per la perdita di consenso che per la “tranquillità” personale. Diventa tuttavia incomprensibile immaginare che non si conosca la casa costruita senza regole o l’attività di impresa palesemente e notoriamente irregolare. Senza istituire dei nuovi investigatori dovrebbe cambiare il clima di collaborazione anche tra i cittadini nel rispetto delle leggi. Sicuramente le grandi città sia per la struttura organizzativa e le risorse di personale adeguato potranno applicare e usufruire di queste norme che con le nuove entrate possono sistemare i bilanci e favorire spese per la collettività. La grande città a mio avviso ha un aspetto molto più burocratico e distaccato rispetto le piccole realtà dove il Sindaco poco o nulla riesce a fare con le risorse di cui dispone. Il nuovo accordo di Milano contribuirà probabilmente ad una maggior diffusione in altre città comprese, anche nel Biellese.