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COSTUME E SOCIETÀ | 15 maggio 2025, 08:40

Paesaggi narrativi. Il Biellese tra lingua, storia, estetica e media: se ne parla a Città Studi

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Paesaggi narrativi. Il Biellese tra lingua, storia, estetica e media: se ne parla a Città Studi

Venerdì 16 e sabato 17 maggio, presso Città Studi di Biella, si svolge il convegno di studi “Paesaggi narrativi. Il Biellese tra lingua, storia, estetica e media“, promosso nell’ambito del progetto NODES – Nord Ovest Digitale e Sostenibile del PNRR, in particolare dallo Spoke 3 (Spoke 3 Industria del Turismo e della Cultura) e volto a valorizzare un territorio ricco di potenzialità come quello biellese. 

Il convegno esplora le narrazioni del paesaggio in chiave interdisciplinare e in prospettiva della promozione di un territorio emblematico per la relazione tra un ambiente naturale eterogeno e un’articolata storia culturale ed economica.

L’iniziativa indaga, in chiave storica e contemporanea, le diverse forme di narrazione del paesaggio biellese e la grande varietà dei media ch’esse impiegano, assumendole come opportunità di comprensione, interpretazione e promozione del territorio biellese per uno sviluppo sostenibile in senso ecologico e sociale. Coinvolgendo studiose e studiosi dell’Università di Torino e di altri Atenei, oltre che stakeholder del territorio, la due giorni spazia fra interventi su lingua, storia, estetica, media, geografia, antropologia, rivolgendosi sia alla comunità accademica sia alla cittadinanza. Nella serata di venerdì 16 maggio si svolge la presentazione e la proiezione gratuita del docufilm “E noi zitti? Graffiti sparsi sulle Pettinature Rivetti di Biella“ (2024) di Maurizio Pellegrini.

Il convegno è promosso dai Dipartimenti di Management “Valter Cantino”, Lingue e Letterature straniere e Culture moderne, Studi Storici e Studi Umanistici. A presentare l'evento uno dei responsabili Paolo Furia, noto ricercatore biellese: “È importante vedere come l'Università di Torino ha impegnato un gran numero di studiosi per parlare e narrare del paesaggi biellese, assieme alle sue trasformazioni. Da qui, si è scoperto come il nostro territorio sia considerato un caso studio, un modello su cui concentrare ricerche e studi ottenendo così ulteriori finanziamenti per affrontare i problemi che ancora riguardano il nostro paesaggio”.

Redazione g. c.

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