E' morto oggi Giuseppe Falco, classe 1921, uno degli ultimi reduci della Divisione Cuneense, protagonista della tragedia della campagna di Russia. Aveva compiuto 102 anni lo scorso mese di giugno. Originario di Caraglio, aveva vissuto a lungo ad Alba e poi a Cuneo, in frazione San Rocco Castagnaretta, dove era socio del locale gruppo Ana, di cui era capogruppo onorario. Lascia la figlia Piera e i nipoti con tutta la famiglia Viada.
I funerali si terranno nella chiesa parrocchiale di San Rocco Castagnaretta venerdì 9 febbraio alle 15,30; qui anche la recita del rosario, domani alle 17. Le spoglie dell’alpino riposeranno nel cimitero della frazione. Falco, per tutti nonno Beppe, aveva fatto parte del battaglione Dronero e conservava numerosi ricordi di quella tragica esperienza, culminata in una marcia di 46 giorni nella tormenta per guadagnare la ritirata.
Tra le cose che non cessava di fare, nonostante l'età, la partecipazione agli eventi delle penne nere e agli incontri scolastici, dove portava la sua testimonianza. "Piangere, soffrire e aspettare il gelo della notte. - queste le prime immagini che descriveva ripensando a quei momenti in Russia - "Sono qua, ma è una cosa incredibile, non so cosa mi ha aiutato. Ho camminato 46 giorni nella tormenta e nel ghiaccio. C'erano morti ovunque, sopra molti abbiamo dovuto camminarci sopra".
Lo scorso 25 aprile l'incontro con il Presidente Sergio Mattarella. “È un grande onore, grande, grande, grande!”, aveva detto con la voce rotta dall’emozione rivolto al presidente, stringendogli la mano - Non trovo parole per dire più di grazie. Io vado sempre a parlare nelle scuole, mi portano: parlo sulla Ritirata di Russia e dei tedeschi. Erano crudeli, dovevo morire di fame invece. Ne ho visti tanti morire di fame…”.
Sergio Mattarella lo ascoltava mentre gli stringeva la mano e alla fine, con gli occhi lucidi, lo ha ringraziato a nome di tutti gli italiani: “Sono io che ringrazio lei per quel che ha fatto. Continui a farlo e complimenti per la decorazione”.Con la sua morte, rimane un solo reduce iscritto all’Ana di Cuneo, il braidese Mario Boarino, di 101 anni. Un grande uomo e un grande alpino, testimone di una pagina di storia tragica, di cui ha sempre voluto tenere viva la memoria.
























