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COSTUME E SOCIETÀ | 28 settembre 2023, 12:00

Dispersione scolastica, sempre più ragazzi lasciano i banchi. Ne parliamo con la specialista Brazzolotto

Cause e rimedi di questo fenomeno: ne parliamo con la coordinatrice dell’Istituto Galilei di Biella, specializzata nei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), nei Bisogni Educativi Speciali (BES) e Gifted Children.

Dispersione scolastica, sempre più ragazzi lasciano i banchi. Ne parliamo con la specialista Brazzolotto.

Dispersione scolastica, sempre più ragazzi lasciano i banchi. Ne parliamo con la specialista Brazzolotto.

Siamo tornati a far visita all’Istituto Galileo Galilei, da poco inaugurato a Biella, questa volta per trattare un argomento spinoso e spesso ignorato in materia scolastica e nel mondo dell’istruzione: stiamo parlando della dispersione scolastica nella società moderna, un argomento delicato che abbiamo trattato insieme alla dottoressa Martina Brazzolotto, una delle massime esperte in Italia di Gifted Children, Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e Bisogni Educativi Speciali (BES).

Da oltre 10 anni nel mondo dell’istruzione, oggi coordinatrice didattica della sede di Biella dell’Istituto Galilei, la dottoressa definisce l’affronto della dispersione scolastica una vera e propria sfida per l’attuale società italiana, in quanto rappresenta un fenomeno che, negli anni, sta aumentando in maniera preoccupante e silenziosa, una chiara manifestazione di un disagio giovanile sempre più forte.

“La dispersione scolastica è un argomento che dovrebbe toccare tutti noi da vicino” commenta Brazzolotto. “Purtroppo, però, non è così. Studio questo fenomeno e le metodologie che si possono applicare per evitarlo da molto tempo, e le soluzioni sono tante e diverse. È indispensabile, però, l’apertura mentale dei docenti”.

La nostra società è cambiata radicalmente negli ultimi 10 anni e totalmente negli ultimi 40. Mentre le persone, le tecnologie, le metodologie di lavoro, gli usi e costumi hanno affrontato il cambiamento in maniera proattiva, non si può dire che il settore dell’istruzione abbia fatto altrettanto: “Siamo rimasti molto indietro, convinti che il modello didattico della scuola degli anni 60-70 vada bene ancora oggi, ma non può funzionare perché gli studenti di oggi non sono gli stessi di quarant’anni fa: i ragazzi sono costantemente stimolati da una società che va a velocità tripla rispetto ad una tempo, hanno un’elevata capacità di apprendimento, ma anche molte distrazioni e poca pazienza. Bisogna saperli stimolare e farli interessare all’argomento” spiega.

Brazzolotto ci racconta il progetto del Galilei di Biella, che punta su una didattica differente e si pone un obbiettivo ambizioso: “La nostra mission è la formazione, ma il nostro obiettivo è anche quello di recuperare i ragazzi in difficoltà: farli riacquistare fiducia in sé stessi, aspetto fondamentale e farli innamorare nuovamente della scuola. Per fare questo, cerchiamo di adottare una didattica differente, che non ha più come principio la lezione frontale; gli studenti sono al centro, sono loro i protagonisti che si mettono in gioco ad ogni lezione e, per farlo, creiamo un team di lavoro per far sì che interagiscano in maniera attiva tra di loro e con i docenti. Questi ultimi, idealmente non stanno seduti sulla cattedra di fronte a loro, bensì di fianco, per raggiungere insieme l’obiettivo comune. Oltre ad essere qualificati, sono giovani, aperti al cambiamento, e fieri di applicare le migiori metodologie didattiche acquisite nei vari percorsi universitari”.

Attori importanti in questo scenario sono i genitori, che spesso e volentieri si trovano impreparati e disorientati ad affrontare questo tipo di situazioni. Anche su di loro, Martina Brazzolotto fornisce spunti di riflessione interessanti: spiega che, come i ragazzi, anche loro vanno aiutati quando si presentano queste situazioni delicate: “Un fenomeno che provoca la dispersione, e allo stesso tempo deriva da essa, è il ritiro sociale (detto hikikomori): ragazzi che perdono ogni tipo di fiducia, in sé stessi e verso gli altri, e di conseguenza ogni tipo di rapporto, a tal punto da isolarsi parzialmente o totalmente dal mondo circostante. È una casistica che aumenta sempre di più, anno dopo anno, e che è letteralmente esplosa durante la pandemia. I genitori che incontriamo spesso appaiono spaesati, sconfortati. Ci vedono come ultima spiaggia, dopo aver provato diverse strade inutilmente. In realtà siamo specializzati in questo, e negli anni abbiamo raggiunto risultati straordinari, con ragazzi in grandissima difficoltà. Serve molta pazienza e dedizione, oltre che una preparazione adeguata. Il ritiro sociale può essere dovuto da più fattori, uno dei principali è rappresentato dal bullismo, sia fisico che psicologico. Tuttavia, anche la relazione tra docente e alunno quando si basa su rivalità e odio è molto dannosa per l’apprendimento e la formazione dei fututri cittadini. Molte volte ci accorgiamo che i ragazzi ed i genitori non riescono a comunicare nel modo corretto e la famiglia rimane in questo “limbo” dove nessuno più ha il coraggio di fare il primo passo”.

Molti dei ragazzi che abbandonano la scuola sono “gifted”, ovvero ragazzi con un elevato quoziente intellettivo e con grandissime capacità, ma allo stesso tempo potrebbero manifestare molte difficoltà a socializzare. Essendo una delle principali esperte in Italia, la dottoressa Brazzolotto possiede tutte le competenze per riconoscerli, attraverso scale standardizzate e strumenti pedagogici, per aiutarli con una metodologia ben precisa.

Un altro aspetto importante è l’orientamento scolastico: anche in questo - ci spiega la dottoressa - i genitori hanno un ruolo fondamentale: un’altra delle principali cause della dispersione scolastica è dovuta ad un errato orientamento scolastico, perché la scelta dell’indirizzo da affrontare non si è basata sull’analisi delle inclinazioni e talenti dell’interessato. La ragione è quasi sempre la stessa: a 13-14 anni non tutti hanno bene in mente il proprio futuro; quindi, spesso ci si affida agli amici e magari si sceglie un indirizzo per seguirli. Altre volte, sono gli stessi genitori ad “imporre” un determinato percorso di studi al figlio, senza accorgersi che in realtà lo stanno obbligando a seguire un progetto di vita che non gli appartiene. “Attraverso un percorso di orientamento scolastico riusciamo ad avere un quadro molto più completo su quelle che sono le volontà e potenzialità del ragazzo – spiega la dottoressa – e, di conseguenza, ad indirizzarlo verso un percorso che più si addice alle sue qualità, prevenendo quindi la dispersione scolastica”.

“Il ruolo delle scuole – come l’Istituto Galilei – è notevolmente cambiato in questi ultimi anni” conclude Brazzolotto. “Nell’immaginario collettivo, le scuole private come la nostra sono sempre state viste come un ripiego, come un luogo pieno di ragazzi svogliati che cercano in tutti i modi di ottenere un diploma. Oggi, la situazione, si è completamente capovolta: molti ragazzi si rivolgono a noi anche per svolgere anni regolari. Tanti studenti usufruiscono dei nostri servizi per recuperare degli anni, allo scopo di mettersi in pari e rientrare nella scuola statale, ma spesso finiscono per proseguire gli studi nel nostro Istituto, conquistati dal metodo di lavoro che ci contraddistingue, la gestione più snella dell’orario, ed anche il rapporto empatico che si crea con i docenti e la direzione. All’Istituto Galilei i protagonisti sono gli studenti, e questo aspetto fondamentale per noi non cambierà mai”.


L’Istituto Galileo Galilei è aperto dal lunedì al venerdì, con orario 9/13:30 – 14:30/18.

Per informazioni:

Tel. 015 9248201 - Cell. 351 395823

Mail: biella@istitutogalileogalilei.it
Sito: www.istitutogalileogalilei.it/sede/sede-di-biella

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