Riceviamo e pubblichiamo:
"Faccio seguito all'articolo apparso sul giornale “Il Biellese” il 26 gennaio e relativo all’ordinanza emessa dal Sindaco di Bioglio con la quale ha disposto la chiusura “dell’asilo nel bosco” dell’Associazione AGRICULTURA dopo l’intervento dei NAS di Torino.
La scelta del Sindaco è stata obbligata altrimenti l’asilo in questione opererebbe ancora oggi nonostante svolga l’attività senza in maniera difforme da quanto previsto dalle normative Regionali in materia di servizi per l’infanzia.
La vicenda è più complessa di come sembrerebbe in quanto dagli atti è emerso che l'associazione “L'AgriCultura” di Bioglio con il progetto sperimentale “asilo nel bosco” svolgeva la propria attività all'interno dell'azienda agricola denominata “Cà Tomà” di Bioglio. Proprio su un terreno in uso a detta azienda agricola nel mese di maggio 2015 era stata posizionata una casetta prefabbricata in legno di circa 80 mq provvista di servizio igienico.
Costruzione che nel mese di dicembre 2015 era andata a fuoco a causa del surriscaldamento della stufa a legna.
All’epoca i giornali locali scrissero riferendosi ad una casetta in legno andata a fuoco a Bioglio ed usata per il ricovero degli attrezzi. Peccato che l’intervento dei Vigili del Fuoco di Cossato aveva accertato sul posto la presenza anche di un frigorifero ed una cucina collegata ad una bombola a gas posizionata all’esterno della struttura, per cui mi sembra del tutto evidente che tale prefabbricato fosse in uso all’Associazione AGRICULTURA quale locale da utilizzare per l’asilo e i bimbi.
Ma v’è di più dopo l'incendio è emerso incredibilmente come l'azienda agricola non avesse neppure il permesso a costruire.
Dopo aver avuto i chiarimenti dal Sindaco, leggere ancora oggi, che la casetta era solo un locale da utilizzare in caso di maltempo appare come una evidente presa in giro soprattutto perché solo l’intervento dei NAS ha obbligato il Comune ad assumere dei provvedimenti drastici.
Non solo. Il Comune di Bioglio, con delibera di Giunta del 22 aprile 2015, disponeva un impegno di spesa di € 2.000,00 in favore della Associazione “AgriCultura”, promuovendo la collaborazione per il centro estivo da giugno a settembre 2015, ben sapendo che la stessa, utilizzando il prefabbricato, risultava non in regola con le normative vigenti.
Ciò che mi sbalordisce è la superficialità con la quale è stata trattata la vicenda, è possibile che nessuno si sia domandato quali possibili conseguenze potevano derivarne all'incolumità dei bimbi con l'incendio della casetta prefabbricata. Il tutto con il benestare del Comune che addirittura ne ha promosso l'attività di asilo per l'infanzia.
È possibile che in questo Paese si debbano sempre piangere le tragedie per domandarsi se qualcuno ha sbagliato? Per fortuna nulla di grave è accaduto ma poteva succedere l'irreparabile ed oggi qualcuno avrebbe avuto sulla coscienza un gran peso da digerire.
Voglio essere chiara: il mio non è un attacco personale a chi gestiva l'asilo ma a chi aveva l'onere di vigilare sulle attività e la sicurezza dei luoghi. Questi comportamenti non sono ammissibili di fronte alla sicurezza di coloro che dovrebbero starci più a cuore: i nostri bambini.
In conclusione, penso che avrebbero fatto bene tutti a fare un passo indietro ed un mea culpa anziché cercare di far passare questa vicenda come una leggerezza o, peggio, come un accanimento da parte delle Forze dell'Ordine".




















