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ATTUALITÀ | 11 agosto 2013, 09:42

L’alchimista che trasforma i fiori in gioielli

Daniele Fantin da anni sperimenta l’antica tecnica della cera persa. Ma, invece che applicarla agli insetti, usa margherite e narcisi. Da sei mesi, la sua abilità è diventata alta oreficeria

L’alchimista che trasforma i fiori in gioielli

Lui guarda una margherita e la immagina argento. Fissa un narciso e lo vede d’oro. È in grado di trasformare i petali di una violetta in ceramica. Daniele Fantin gioca con l’alchimia da più di vent’anni, perfezionando quest’arte con cura meticolosa ed esperimenti continui, nel suo laboratorio a Pollone: sembra non saper considerare i fiori se non sotto forma di metallo nobile o altri materiali pregiati. A febbraio, e precisamente il giorno di San Valentino, ha aperto un’attività che prima non era che un hobby, per un odontotecnico con la passione per la natura e la montagna. A distanza di sei mesi, quest’attività ha riscosso un notevole successo alla Settimana della Moda di Milano e cercherà di conquistare il bis in occasione di “I love IT Praga 2013”, evento espositivo del marchio “I love IT” registrato in tutti i paesi dell’Unione europea, per promuovere l’artigianato italiano sul mercato nazionale e internazionale. Ha, poi, allargato la cerchia della sua clientela all’estero fino in Russia e forse in Turchia e sta affascinando anche e soprattutto i biellesi. Perché con amici e conoscenti Fantin è in debito, come racconta lui stesso: “Ho sempre regalato le mie creazioni per fermare un’emozione. La viola trasformata in ceramica l’ho data a una sposa, perché era stata colta nel prato della Chiesa del suo matrimonio, a San Barnaba a Pollone. Ho fatto un quadrifoglio d’oro come portafortuna per un amico, che aveva subito un grave incidente. Ecco, queste persone mi hanno spinto a dare vita a Madre Natura Gioielli in Fiore”.

È il nome con cui Daniele Fantin battezza le sue creazioni, nate dalla tecnica della cera persa, un’arte antica che, in questo caso, non vede l’impiego di insetti, bensì dei fiori. Ma in cosa consiste? “Nel nostro caso, la cera è il fiore vero. Viene mescolato del rivestimento refrattario fluido e colato all’interno di un cilindro. Il rivestimento indurisce dopo alcuni minuti, prendendo la forma perfetta del fiore. Il tutto viene inserito in un forno e portato ad altissime temperature. Del fiore a questo punto non rimare nulla, ma solamente la sua forma all’interno del rivestimento. Successivamente l’argento o l’oro viene fuso e colato in questa cavità. Quando tutto è freddo, il refrattario viene gettato e, così, tra le mani rimane il fiore, come natura l’ha fatto”.

Un procedimento che dura una giornata, poi seguito dalla lucidatura e dall’assemblaggio di ogni pezzo: dai fiori veri lavorati nascono, infatti, spille, bracciali, anelli, collane, orecchini, ciondoli. Impreziositi con topazi Swarovski: “Lavorano con me la designer Anna Arnaldi, la cui oreficeria in via Repubblica, a Biella, è tra l’altro uno dei punti vendita per i miei gioielli con l’aggiunta dell’e-commerce sul sito www.madrenaturagioielli.it, e una ditta di Valenza che riproduce le copie degli originali che escono dal mio laboratorio”. Daniele Fantin spera, un giorno, di poter aprire un suo negozio: “La pagina Facebook di Madre Natura, in tre giorni, ha registrato mille “mi piace”. Questo, per uno che voleva salvare l’emozione in un fiore, è un ottimo risultato”.

Giovanna Boglietti

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