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ATTUALITÀ | 08 luglio 2013, 18:25

A Biella si sperimenta un farmaco contro l'Alzheimer

Geriatria e Neurologia si sono unite per fare una sperimentazione su 12 pazienti affetti da demenza. Si stima che siano 2mila i Biellesi affetti da Alzheimer

Mara Ravagnani

Mara Ravagnani

L'Asl biellese si distingue in Italia per la sperimentazione condotta su un nuovo farmaco contro la malattia di Alzheimer. Sono stati pochi infatti i centri del nostro paese che hanno aderito a uno studio internazionale condotto su 2mila pazienti in tutto il mondo e autorizzato dal Comitato di Bioetica.

Si stima che nel Biellese le persone affette da demenza siano almeno 3.000 e di queste circa 2.000 siano malati di Alzheimer, la forma più diffusa di queste patologie.

Lo studio sul nuovo farmaco è stato condotto da Elena Ortone e da Mara Ravagnani, rispettivamente dirigenti medici della Struttura di Geriatria e della Neurologia. I due reparti dell’Ospedale degli Infermi hanno infatti collaborato per condurre questa sperimentazione, cominciata quattro anni fa. La particolarità di tutto il progetto sta nel fatto che né il paziente né il medico conoscono la natura del farmaco effettivamente somministrato. L'unica informazione che si ha è che non è tossico e l'agire in questo modo permette che nessuno dei due soggetti coinvolti, medico e paziente, possa essere condizionato a priori.

“L’esperienza relativa a questo studio ha avuto inizio nel 2009, a Londra – ha raccontato Elena Ortone - dove ci è stato presentato il protocollo di sperimentazione. Trovarsi a fianco di illustri specialisti italiani ed europei e poter scambiare idee ed esperienze è stata sicuramente un’occasione unica per me e per la collega Ravagnani ed, in generale, per la nostra Asl”.

Neurologi e geriatri dell’Ospedale degli Infermi hanno reclutato nel Biellese 16 pazienti, poi rimasti in 12, con diversi livelli di compromissione cognitiva dovuti alla Malattia di Alzheimer.

“Ogni mese ciascun paziente è stato accolto presso l’ambulatorio del Day Service della Geriatria ospedaliera per essere sottoposto agli esami ematologici e a elettrocardiogramma – ha spiegato Mara Ravagnani, illustrando il percorso della sperimentazione - Le provette venivano poi inviate in Svizzera al laboratorio centralizzato che raccoglie i campioni di tutti i centri sperimentatori europei. Il paziente riceveva poi il farmaco e rimaneva in osservazione per circa due ore. Ogni quattro mesi, inoltre, si sottoponeva a una risonanza magnetica cerebrale, le cui immagini venivano inviate per via telematica negli Stati Uniti d’America per la lettura centralizzata”. 

Da questo centro arriveranno poi i risultati dello studio e solo se la terapia supererà la fase sperimentale si potrà definire efficace. Verrà poi avviata una nuova sperimentazione, sempre nell'Asl biellese, sempre sulla malattia di Alzheimer.

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