Gentile direttore,
come capogruppo di "Progetto per Trivero", scrivo perché sono rimasto allibito dalle dichiarazioni rese dal sindaco Massimo Biasetti nel corso dell'ultimo consiglio comunale. In pratica il sindaco sostiene che i Comuni dovrebbero collaborare di più, o addirittura fondersi, perché i costi dei servizi sono sempre meno sostenibili. E, per fare qualche esempio, cita la piscina, il palazzetto e la residenza del sole, sostenendo che le spese annuali per il Comune ammontano rispettivamente a 71.000 euro, 93.000 euro e 121.000 euro.
Ma qui Biasetti mette insieme il costo di esercizio, cioè il vero disavanzo di gestione, con la rata annuale per pagare il mutuo dei lavori. E’ un’operazione scorretta, perché confonde il costo dell’immobile in sé con la spesa per farlo funzionare. Ebbene, se guardiamo alla gestione, il costo del palasport scende da 93.000 a 33.000 euro, la piscina da 71.000 a 40.000 circa, mentre la residenza del sole non costa nulla, essendo per fortuna gestita dai volontari dell'associazione Delfino.
In compenso, il nostro sindaco ha casualmente dimenticato di citare proprio il servizio che sforna realmente il “buco” di gestione più grosso di tutti: l’asilo nido, che nel 2012 aveva un disavanzo di 260.000 euro: come quattro palasport e tre piscine messe insieme. Questa “dimenticanza” del sindaco dimostra ancora una volta quello che diciamo da più di due anni: l’asilo nido è un argomento tabù. Come è ormai evidente a tutti i Triveresi, questa amministrazione non vuole mettere minimamente in discussione un modello di gestione che si è rivelato fallimentare. Preferisce far finta di nulla e scaricare il “buco” sulle spalle dei contribuenti triveresi, che quest’anno tra l’altro si vedranno aumentare l’addizionale Irpef al massimo consentito dalla legge.
Ma il nostro sindaco ci regala un'altra chicca: in sintesi, sostiene che non è giusto che i costi di piscina e palazzetto, che vengono frequentati anche da persone di altri Comuni, si scarichino tutte sul bilancio di Trivero. A parte il fatto che per il palasport già ora le società esterne pagano di più (grazie alla scelta dell’amministrazione guidata da Clara Mello Rella), il ragionamento è condivisibile. Peccato che poi per l’asilo nido si vada esattamente nella direzione opposta: i bambini residenti in altri Comuni, che finora pagavano di più, adesso pagheranno come i triveresi. E in più, verranno ulteriormente abbassate per tutti tariffe che già oggi sono tra le più basse del circondario.
Il tutto, lo abbiamo già detto, per cercare di tenere a galla il più possibile quella che sta diventando una cattedrale nel deserto. Il risultato sarà però quello di veder aumentare il disavanzo, e Trivero si caricherà tutto sulle proprie spalle, comprese le rette “in saldo” gentilmente offerte ai non residenti. Insomma, il nostro sindaco sottolinea un problema vero, ma per l’asilo nido fa il contrario di quella che dovrebbe essere la soluzione. Quindi, per quanto riguarda l'idea del Comune unico, non siamo contrari all’idea in sé. Ma prima di tutto a Trivero serve un’operazione trasparenza su quelli che effettivamente sono dei costi spropositati e sui settori dove potrebbe facilmente esserci un risparmio, con relativa riduzione del carico impositivo sui cittadini. Solo a questo punto, se sarà ancora necessario, potremo eventualmente parlare di fusione di Comuni.
Piero Casula
























