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Benessere e Salute | 04 luglio 2025, 16:20

Carcere di Biella, progetto pilota: potenziati gli ambulatori di odontoiatria e oculistica sociale FOTO e VIDEO

Firmato un protocollo Protocollo d’intesa tra il DAP (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia), il GNPL (Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale) e l’INMP (Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà).

Un nuovo modello di sanità penitenziaria prende il via dal carcere di Biella, dove nella mattina di oggi venerdì 4 luglio è stato presentato ufficialmente il primo risultato operativo del Protocollo d’intesa nazionale tra il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale (GNPL) e l’Istituto Nazionale per la Promozione della Salute delle Popolazioni Migranti (INMP).

L’obiettivo è ambizioso ma urgente: potenziare l’accesso alle cure sanitarie per i detenuti, partendo dai bisogni più essenziali. E Biella diventa laboratorio d’avanguardia per questa trasformazione. In ottobre il progetto partirà ad Ancona. 

Grazie a una collaborazione tra INMP e ASL BI, sono stati infatti rafforzati i servizi di odontoiatria e oculistica della Casa Circondariale. Un intervento che ha previsto sia il potenziamento del personale medico che l’ammodernamento delle attrezzature – tra cui l’installazione di un nuovo riunito odontoiatrico – e l’erogazione di protesi dentarie e lenti correttive per i detenuti indigenti.

“Con questo progetto miglioriamo concretamente la qualità della vita dei detenuti malati e fragili – ha dichiarato il Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro – senza gravare sulle liste d’attesa del servizio sanitario nazionale. Biella è il punto di partenza di un modello virtuoso da estendere in tutta Italia.”

Il carcere, spesso dimenticato nel dibattito sanitario, torna al centro come spazio di dignità e diritti fondamentali. Il vice capo DAP Massimo Parisi ha sottolineato il valore sociale dell’intervento, che si inserisce anche nella strategia di prevenzione dei suicidi e di supporto alla Polizia Penitenziaria: “È un servizio che costruisce inclusione e ha una funzione sociale concreta.”

La componente del GNPL Irma Conti ha evidenziato come questo progetto vada a sanare una delle “patologie croniche” del sistema penitenziario italiano: la carenza di assistenza sanitaria. “La medicina penitenziaria è uno dei pilastri della nostra azione – ha detto – e finalmente oggi vediamo risultati tangibili.”

A esprimere soddisfazione è anche la direttrice del carcere biellese Anna Maria Dello Preite, che ha ricordato come “il diritto alla salute resti inviolabile, anche in regime detentivo.” Il nuovo progetto contribuirà, infatti, a rendere il trattamento penitenziario più aderente ai principi costituzionali.

Dello stesso avviso il DG dell’ASL BI, Mario Sanò, che ha parlato di “un’innovazione strategica in un contesto sanitario complesso”, ringraziando i promotori del progetto e sottolineando come il protocollo rappresenti una sperimentazione replicabile su scala nazionale.

Il DG INMP Cristiano Camponi ha infine ricordato la missione dell’ente: prendersi cura dei più vulnerabili. “È nostro compito, come mediatori istituzionali, costruire ponti tra i bisogni reali e le soluzioni concrete. Biella oggi dimostra che si può fare.”

s.zo.

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