“Il nostro territorio ha un grande problema per il riconoscimento delle pensioni d’invalidità civile. I tempi per le visite di controllo, gli accertamenti, il riconoscimento e l’indennizzo sono i più alti della Regione Piemonte. Un fatto inaccettabile, proprio perché la sanità pubblica è in capo alle amministrazioni regionali, che devono trovare una soluzione uniforme per tutte le province - dichiara Lorenzo Boffa, segretario generale della Camera del Lavoro -. Nel Biellese i tempi d'attesa di una pratica superano i 18 mesi, mentre nella vicina Vercelli, bastano poco più di sei mesi per l’espletamento di tutte le procedure. I casi che abbiamo in carico sono numerosi e ci dicono tutti la stessa cosa: abbiamo persone che aspettano mesi e mesi per una visita medica, per poi attendere ancora per vedersi riconosciuta la pensione d’invalidità che magari arriva davvero solo dopo un'altra proroga. I problemi burocratici sono legati sia ai tempi di espletamento delle pratiche da parte dell’Azienda sanitaria locale sia dell’Inps. Le conseguenze negative però ricadono tutte sulle spalle dei cittadini”.
Boffa aggiunge: “Di fronte alle nostre richieste di sollecito, di chiarimenti e d'intervento ci viene detto, da entrambi i soggetti istituzionali, che ci sono carenze di personale medico e amministrativo. Una risposta che non è accettabile, in ragione della delicatezza e dell’importanza dell’argomento. Sul piano economico, spesso, ci viene detto che gli indennizzi e le pensioni possono anche essere retroattivi. Si tratta di una risposta che non ci soddisfa per niente, perché non tiene conto che, invece, permessi lavorativi non usufruiti dai familiari, agevolazioni fiscali negate e anche spese economiche immediate rappresentano un fardello enorme per i cittadini invalidi e i loro parenti. Registriamo inoltre diversi casi di riconoscimenti di invalidità a persone ormai decedute… Una beffa. Tutto questo è inaccettabile. La politica regionale del confermato presidente Alberto Cirio se ne deve occupare, subito, insieme alla dirigenza locale di Asl e di Inps. Non possono esserci all’interno di una stessa regione italiana, territori e province di seria a e altri di serie b. Biella non può avere un trattamento diverso e qualitativamente inferiore rispetto ad Alessandria oppure a Verbania”.