Che effetto farà sfogliare le pagine di un libro del Duecento, rattrappito per l’umidità dopo essere caduto preda di un alluvione, in chissà quale secolo? E cosa si proverà a trovare, tra le sue carte, le impronte di un piede infangato, ultimo lascito di un passante che sfuggiva, forse, alla furia dell’acqua?
Francesca Premoli, 27 anni, è tra i pochi biellesi a conoscere la risposta. Lei, una laurea in Restauro del libro antico, ha studiato prima all’Accademia delle Belle Arti di Torino per poi specializzarsi a Bologna, e ha avuto tra l’altro modo di frequentare, qualche anno fa, l’Archivio storico dei monti di pietà di Bologna e Ravenna, luogo della straordinaria scoperta.
Il terribile terremoto in Emilia, dopo il quale la giovane artigiana si è trovata senza lavoro, ha cambiato i suoi piani. Una fortuna, almeno per il Biellese: oggi, Francesca è infatti tornata a casa, senza rinunciare però alla sua passione, la carta, e, a metà settembre, inaugurerà la prima legatoria d’arte antica e moderna che sia mai sorta tra le mura del Ricetto di Candelo. La bottega si chiamerà “Rilegato a mano” e si affaccerà sulla centralissima quinta rua del borgo, offrendo al pubblico opere di edizioni limitate, rilegature cartacee e in cuoio, rigorosamente fatte a mano; fino all’oggettistica, come gli album-ricordo.
Francesca Premoli è, infatti, la vincitrice del bando “Ricetto di Candelo: un'opportunità per una giovane impresa”, sostenuto dalla Fondazione Fila Museum, in collaborazione con il Comune e la Pro Loco di Candelo e con le associazioni datoriali di categoria Confartigianato e Cna. Soddisfatta, commenta così il successo riscosso dal suo progetto: “Scoprire il mio mestiere significa ripensare all’importanza che il libro, un tempo strumento così pregiato, ha avuto per diffondere la cultura anche nel nostro Paese. Grazie a questo progetto, potrò avere in affitto gratuitamente per dodici mesi una bottega che, spero, al termine della concessione possa poi prendere in mano”.
A sentirla parlare del suo lavoro, la si immagina indaffarata alle prese con una pressa o una taglierina, mentre recita il suo motto: “Il libro è contagioso”. Una fortuna toccarlo; solo allora si capirà la sensazione, al tatto, che fa.
























