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ATTUALITÀ | 07 agosto 2013, 15:29

Apre la prima "legatoria" al Ricetto

Francesca Premoli porterà al borgo un'arte quasi sconosciuta. L'inaugurazione della bottega è prevista per la metà di settembre.

Francesca Premoli al lavoro

Francesca Premoli al lavoro

Che effetto farà sfogliare le pagine di un libro del Duecento, rattrappito per l’umidità dopo essere caduto preda di un alluvione, in chissà quale secolo? E cosa si proverà  a trovare, tra le sue carte, le impronte di un piede infangato, ultimo lascito di un passante che sfuggiva, forse, alla furia dell’acqua?

Francesca Premoli, 27 anni, è tra i pochi biellesi a conoscere la risposta. Lei, una laurea in Restauro del libro antico, ha studiato prima all’Accademia delle Belle Arti di Torino per poi specializzarsi a Bologna, e ha avuto tra l’altro modo di frequentare, qualche anno fa, l’Archivio storico dei monti di pietà di Bologna e Ravenna, luogo della straordinaria scoperta.

Il terribile terremoto in Emilia, dopo il quale la giovane artigiana si è trovata senza lavoro, ha cambiato i suoi piani. Una fortuna, almeno per il Biellese: oggi, Francesca è infatti tornata a casa, senza rinunciare però alla sua passione, la carta, e, a metà settembre,  inaugurerà la prima legatoria d’arte antica e moderna che sia mai sorta tra le mura del Ricetto di Candelo. La bottega si chiamerà “Rilegato a mano” e si affaccerà sulla centralissima quinta rua del borgo, offrendo al pubblico opere di edizioni limitate, rilegature cartacee e in cuoio, rigorosamente fatte a mano;  fino all’oggettistica, come gli album-ricordo.

Francesca Premoli è, infatti, la vincitrice del bando “Ricetto di Candelo: un'opportunità per una giovane impresa”, sostenuto dalla Fondazione Fila Museum, in collaborazione con il Comune e la Pro Loco di Candelo e con le associazioni datoriali di categoria Confartigianato e Cna. Soddisfatta, commenta così il successo riscosso dal suo progetto: “Scoprire il mio mestiere significa ripensare all’importanza che il libro, un tempo strumento così pregiato, ha avuto per diffondere la cultura anche nel nostro Paese. Grazie a questo progetto, potrò avere in affitto gratuitamente per dodici mesi una bottega che, spero, al termine della concessione possa poi prendere in mano”.

A sentirla parlare del suo lavoro, la si immagina indaffarata alle prese con una pressa o una taglierina, mentre recita il suo motto: “Il libro è contagioso”. Una fortuna toccarlo; solo allora si capirà la sensazione, al tatto, che fa.

g.b.

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