Di fronte alla drammatica lettera inviata dai gestori delle Rsa biellesi ai consorzi socio assistenziali e ai Sindaci, in cui si vede come ineluttabile l'aumento, per cifre decisamente corpose, delle rette dei ricoverati ad alta intensità, non è più il tempo di colloqui, tavoli e mediazioni con una Regione che si dimostra sorda.
Non è che il Governatore Cirio e i suoi possano gongolare per l'approvazione da parte della Corte dei Conti dell'ultimo rendiconto generale del bilancio di esercizio se il calo dell'indebitamento è ottenuto anche diminuendo i Livelli essenziali di assistenza (Lea) a una provincia che si segnala al primo posto tra le più anziane del Piemonte e d'Italia: non ci si vanta di certi risultati tagliando i diritti ai più fragili.
È necessario, nel più breve tempo possibile, incrementare il capitolo di spesa relativo alle convenzioni per posti letto in Rsa: a fronte di una diminuzione generale dal 2018 al 2022 di quelli a disposizione di chi non può permettersi una retta privatistica, l'ultima Dgr della precedente legislatura si limitava a "spostare" da un capitolo all'altro risorse già date, deprimendo ulteriormente i Lea.
Nel contempo, si chiede il ripristino immediato dei requisiti di accesso ai posti convenzionati stabilito dalla Dgr 14 del 2013, resi dalla Giunta Cirio più restrittivi. Non è morale contrarre la platea degli aventi diritto per dichiarare di aver ridotto le liste di attesa, incidendo su un settore delicato ed essenziale già colpito dall'aumento dei costi di gestione.