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LINK | 10 giugno 2025, 08:40

WoW in Italia: giocare con calma, ma sul serio

World of Warcraft non ha mai avuto bisogno di presentazioni, ma in Italia ha preso una piega tutta sua. Mentre in molti Paesi il classico percorso da gamer iniziava a 14 anni e continuava dritto fino ai primi raid mitici, qui da noi le cose vanno diversamente. In Italia, spesso, il viaggio comincia a trent’anni suonati, magari dopo una vita di console, un lavoro stabile e una cena abbondante cucinata dalla mamma. Non si corre: si gioca con gusto.

Retail vs Classic: una questione di stile (di vita)

L’età media globale dei giocatori di World of Warcraft oggi si aggira intorno ai 32–35 anni. Non è un caso: WoW è un gioco che ha saputo crescere con i suoi utenti. Ma è curioso notare come in Italia questa fascia d’età non rappresenti tanto i “veterani”, quanto spesso i nuovi arrivati. Sì, perché mentre in altri Paesi si cresce con WoW fin dai tempi del liceo, qui da noi capita spesso il contrario: si inizia a giocare dopo i trent’anni, magari tra una cena in famiglia e una partita a calcetto.

E in fondo ha perfettamente senso. In Italia si vive con gusto, con calma, senza correre dietro alle mode. A quarant’anni si è ancora “ragazzi”, si vive con i genitori (perché no?) e ci si concede un hobby serale per rilassarsi davvero. WoW, con la sua profondità e il suo mondo vasto, è perfetto per questo stile di vita.

Questa visione si riflette anche nella scelta tra Retail e Classic. C’è chi preferisce il dinamismo dell’endgame Retail, e chi invece si gode le versioni più tranquille e nostalgiche come WotLK Classic, Cataclysm Classic o il più recente Season of Discovery. Nessuna fretta, solo il piacere di esplorare (di nuovo) il mondo. E per godersi il tutto senza stress, molti giocatori italiani preferiscono saltare le parti più ripetitive come grind, leveling o farming, affidandosi ai servizi di WoW boost, così da poter entrare subito nel vivo e godersi il gioco al massimo.

Dove si gioca di più?

Non esistono dati ufficiali sulle regioni italiane più attive su WoW, ma basta dare un’occhiata a Discord, Twitch e alle gilde locali per notare alcune tendenze.

Nord Italia — zone come Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna hanno storicamente una base tech più sviluppata. Qui si trovano molte delle gilde più organizzate, spesso con ex-giocatori hardcore oggi diventati casual di alto livello.

Centro — Toscana e Lazio vedono una community vivace, con eventi LAN, gruppi PvP e server Discord molto attivi, spesso centrati su Classic.

Sud e Isole — qui WoW viene vissuto con più leggerezza. Più focus su socializzazione, farming rilassato e dungeon chill — insomma, un modo molto “umano” di vivere Azeroth.

In generale, ogni regione sembra riflettere il proprio carattere anche nel modo di giocare. Che si tratti di min-maxing o di godersi un’ora serale dopo cena, l’Italia sa trovare il suo ritmo anche in Azeroth.

Twitch, YouTube e la vera anima italiana

Anche se l’Italia non è la capitale mondiale di WoW su Twitch, ci sono alcuni nomi che vale la pena conoscere. E non si parla solo di tecnica: qui vince il carisma, la passione e un pizzico di autoironia.

Unfortunateew è oggi lo streamer italiano di WoW più seguito secondo i dati di Twitch Metrics (maggio 2025). Con il suo Outlaw Rogue, trasmette quasi ogni giorno e ha uno stile spensierato, accessibile. Il suo approccio non è quello del tryhard — è quello del giocatore che si diverte, chiacchiera, e intanto fa comunque numeri solidi.

Zerodue02 è un altro volto familiare. Ex grafico professionista, oggi è uno degli streamer italiani più attivi nella community WoW. Con oltre 8500 follower, si è fatto conoscere per il suo stile tranquillo, trasmissioni costanti e una community fedele. Non punta alla top DPS: punta a stare bene.

Mithril_TV (Sofia), invece, rappresenta il lato più "artigianale" e ironico dello streaming WoW. Si definisce “portatrice sana di disagio”, e il suo canale vive più della sua personalità che di contenuti competitivi. Il risultato? Una nicchia calda, affezionata, e perfettamente italiana.

Tutti e tre, pur con stili diversi, incarnano lo spirito del WoW italiano: niente posture, niente show esagerati. Solo voglia di giocare, parlare, e condividere un mondo che continua a evolversi.

YouTube e le guide che restano

Anche YouTube ha il suo peso nella community. Molti giocatori italiani si affidano a contenuti locali per capire sistemi, build e aggiornamenti. Le guide in italiano, anche se meno spettacolari rispetto a quelle americane, funzionano. E continuano a generare engagement costante, soprattutto perché parlano la stessa lingua — non solo in senso letterale, ma anche culturale.

I contenuti più apprezzati sono quelli chiari, diretti, senza troppi tecnicismi. Canali che spiegano le professioni, la rotazione del proprio spec o le novità delle patch sono seguiti con attenzione, specialmente da chi gioca part-time o rientra dopo una lunga pausa. C’è meno interesse per i “numeri da top log” e più curiosità su come rendere il proprio personaggio decente in poco tempo, senza perdere la testa.

Alcuni creator si sono ritagliati una nicchia stabile proprio grazie a questo stile più pacato e concreto. In Italia, una buona guida non deve impressionare — deve risolvere. Un video che ti fa capire dove trovare le erbe, o come non fare figuracce in dungeon, vale più di mille cinematic. Anche qui, l’efficienza rilassata è una filosofia.

Conclusione

World of Warcraft ha fan in tutto il mondo, e l’Italia non fa eccezione. Pur non essendo tra i Paesi con più streamer o giocatori competitivi, WoW resta una presenza costante. Complice uno stile di vita meno “hardcore” e più rilassato, molti italiani preferiscono godersi il gioco con i propri ritmi. Console per il divertimento, MMO per l’atmosfera — e quando si sceglie WoW, lo si fa per piacere, non per rincorrere record.






 

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