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LINK | 21 maggio 2025, 12:52

Le sfide e le opportunità nella gestione delle acque reflue nelle piccole comunità e nei condomini

Le sfide e le opportunità nella gestione delle acque reflue nelle piccole comunità e nei condomini

La gestione delle acque reflue si pone in prima linea per la tutela dell’ambiente e non riguarda solamente le grandi città. Le piccole realtà e comunità si trovano a dover affrontare alcune problematiche, in ambito condominiale, tra infrastrutture obsolete e scarsa informazione in merito alle normative vigenti. Che cosa è necessario fare? Facciamo chiarezza.

Come si gestiscono le acque reflue nei condomini?

Gestire le acque reflue in ambito condominiale è un processo che coinvolge tutti i residenti, seppur a volte in maniera indiretta.

Nella maggior parte dei casi, gli edifici sono collegati alla rete fognaria pubblica: i reflui domestici vengono raccolti e convogliati verso impianti comunali di depurazione in cui subiscono alcuni trattamenti biologici e chimici per essere immessi nuovamente nell’ambiente, in totale sicurezza. In zone periferiche si dovrebbe ricorrere a dei sistemi tecnologicamente avanzati, gestiti e proposti da soli professionisti, visita il sito di Dorabaltea per approfondire meglio l’argomento e trovare la soluzione adatta alle proprie esigenze.

Spetta all’amministratore di condominio garantire il corretto funzionamento degli impianti, organizzare la manutenzione periodica e far rispettare le normative vigenti. La collaborazione degli inquilini è altresì indispensabile per contrastare ogni tipo di comportamento errato, tra cui gettare dei prodotti chimici, degli oli esausti o materiali non biodegradabili.

Quali sono le sanzioni: le novità

La recente condanna della Corte di giustizia dell’Unione Europea nei confronti dell’Italia segna un punto di svolta nelle normative. Il nostro Paese è stato giudicato inadempiente rispetto agli obblighi previsti dalla direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane, nonostante una prima sentenza risalente al 2014.

Per tale motivo, l’Italia è stata condannata a pagare una somma forfettaria di 10 milioni di euro, a cui si aggiunge una pesante penalità semestrale di 13.687.500 euro, fino a quando non sarà pienamente attuata la sentenza del 2014. La multa entrerà in vigore a partire del nuovo pronunciamento e non avrà effetto retroattivo, fino alla completa regolarizzazione.

La Corte sottolinea che l’assenza di adeguati sistemi di trattamento delle acque reflue rappresenti un danno ambientale grave e persistente, aggravato dal fatto che gli scarichi avvengono in aree sensibili.

Acque reflue condominiali: incentivi e opportunità

I cittadini hanno a disposizione uno strumento accessibile studiato e proposto dal Governo italiano. Si tratta del Bonus Ristrutturazione, una detrazione fiscale del 50% delle spese sostenute per i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, compresi gli interventi su impianti di depurazione. La misura è altresì valida per gli edifici condominiali, a patto che i pagamenti siano tracciabili (bonifici bancari o postali parlanti) e la documentazione sia correttamente presentata in sede di dichiarazione dei redditi.

È da intendersi come un’opportunità per rinnovare impianti obsoleti, ridurre consumi e prevenire rischi legati a scarichi non conformi. Non solo, infatti consente di ridurre il carico sulla rete pubblica migliorando l’efficienza del sistema.

Altrettanto interessante è il riutilizzo delle acque grigie. Alcuni condomini stanno introducendo sistemi per il recupero e la filtrazione delle acque provenienti da docce e lavandini, da destinare allo scarico dei WC o all’irrigazione. Le soluzioni guardano al futuro e al bene dell’ambiente, proprio perché non è più possibile procrastinare o ignorare la problematica.

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