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CULTURA E SPETTACOLI | 17 luglio 2024, 06:50

L'intervista, Eleonora Frida Mino racconta la magia del teatro: “Mi piace parlare ai giovani”

Artista, attrice, residente a Torino ma originaria del Biellese: “Il mio cuore appartiene a queste vallate”.

intervista frida

L'intervista, Eleonora Frida Mino racconta la magia del teatro: “Mi piace parlare ai giovani”

Eleonora Frida Mino è un artista prima di tutto, molto brava, versatile, che si trasforma sul palco e durante le interpretazioni perchè, come dice lei:” Il mio mestiere è partire dalle emozioni e tramite le storie che porto sul palco, far pensare” ma poi racconta e racconta scopri che è biellese d’origine e qui trova sempre un porto sicuro per le sue emozioni e per la sua famiglia: “Quando sono a casa cucino con grande gioia, giro in bicicletta, mi godo marito, figlia, nipoti, amici e l’adorata montagna del paese biellese di origine”.

Già le origini la tua terra biellese?

E’ un ritorno, iniziato da tempo. Torno con un ricco programma, più organico mi fa un effetto strano come se non fosse trascorso. Io ho iniziato a fare teatro a 11 anni sul sagrato della chiesa di Camandona, già attrice quando ero piccola, e conservo gli articoli dell’epoca che parlavano della mia performance. Lo facevo sicuramente per divertimento, tornarci da professionista è una bella sensazione. Quando dico che ho il cuore qua è una vera sensazione che viene dall’anima.

Che sensazioni ti dà?

Non mi sento originaria di Camandona, mi sento nativa di questi luoghi, abito a Torino per questioni professionali ma il mio cuore appartiene a queste vallate, sono della provincia di Biella, mi sento di qua, e quando mi chiedono di dove sono, rivendico orgogliosamente la mie origini.

Un palcoscenico diverso da un teatro?

Ho calcato palcoscenici grandissimi, ho girato storie in grandi teatri e con centinaia di persone davanti, e tornare su questi palcoscenici naturali ha tutto un sapore diverso, non ci sono protezioni vedere negli occhi il pubblico è una grandissima emozione, più forte che affrontare una platea numerosa che non conosci c’è sempre un grande senso di responsabilità. Portare il teatro in questa vallate significa dare dei contenuti ben precisi, un teatro popolare e per tutti. Una scelta artistica nell’atto creativo e poi si è sempre emozionati quando si sceglie cosa fare.

Cosa cerchi di trasmettere attraverso la tua recitazione?

Attraverso la recitazione ho cercato di parlare sempre ai giovani anche a quelli piu piccoli, sono un attrice per tutti però, per me, recitare sul palcoscenico è parlare alla gente e raccontare storie e stimolare nelle persone la voglia di capire l’umanità e di ritrovare in quelle storie un pezzettino di se stessi e quindi capire qualcosa in più esattamente come gli attori quando interpretano un personaggio e si calano nei panni degli altri. Il tutto per raccontare storie di umanità e questa, in fondo è la magia del teatro.

Hai fatto l’avvocato per alcuni anni, e poi?

Ho scelto di cambiare strada anche se nel mio mestiere ho scelto di trasmettere molti messaggi sulla giustizia. Il mio spettacolo Per questo mi chiamo Giovanni con più di 200 repliche, dedicato a Falcone, oppure quello dedicato a Emanuela Loi, tra l’altro realizzato nel Biellese dove le hanno intitolato una scuola, vorrei rifarlo così come vorrei tornare al Teatro Sociale. La mia scelta, dal 2012, è quella di trasmettere molto il senso della giustizia, del rispetto delle regole e dell’assunzione delle responsabilità, preferisco avviare delle riflessioni sul senso di giustizia e sul ruolo che ciascuno di noi svolge all’interno di una società.

Un teatro impegnato?

Non solo mi piace anche realizzare spettacoli più leggeri come quelli portati in scena in questi giorni, in cui abbiamo mescolato diverse arti, anche quelle musicali perché in fin dei conti il teatro racconta sempre storie ed emozioni.

Giuseppe Rasolo

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