"Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra" sta scritto nel libro della Genesi. Dio diede all'uomo e alla donna questo mandato.
Non si può dire che ciò non sia accaduto, oggi, il pianeta è popolato da quasi 8miliardi di abitanti ed è in crescita.
Quello che però preoccupa un continente come l'Europa ed in particolare l'Italia è il fatto che, per converso, il mandato divino non è condiviso.
Con un po' di approssimazione si potrebbe affermare che là dove vi è più benessere e più risorse la scelta di mettere al modo figli sia inversamente proporzionale alla ricchezza pro capite.
Un figlio è dono, è sguardo verso il futuro, è sostegno nei momenti difficili, è soprattutto atto di amore e generosità sociale. Ogni figlio è una risorsa per la famiglia e per la società intera.
Ma un figlio è anche responsabilità, sacrificio e donazione senza riserve, presuppone maturità fisica e psicologica.
Per la natura la maturità per donare la vita si ottiene entro i 15 anni, ma la maturità sociale, soprattutto nelle società del benessere, si ha solo intono ai 30 anni ed oltre.
Tante altre sono le priorità che si antepongo al comando dell'andate e moltiplicatevi e questo porta all'inevitabile calo demografico nei paesi in cui il benessere è più alto.
Probabilmente, proprio per questa diversa visione di priorità, le società meno ricche avranno il sopravvento demografico sulle società occidentali.
Gli incentivi economici possono aiutare, ma il problema è culturale.