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ATTUALITÀ | 01 luglio 2025, 06:50

Guerra, morti, diplomazia e instabilità globale: l'attualità disillusa di Vittorio Moretti

Guerra, morti, diplomazia e instabilità globale: l'attualità disillusa di Vittorio Moretti.

Guerra, morti, diplomazia e instabilità globale: l'attualità disillusa di Vittorio Moretti.

C’è un’amara verità e non solo con l’ultimo attacco USA-ISRAELE/IRAN: prima si bombarda, poi, nessuno escluso, dopo morti e feriti da tutte le parti, si cerca di ricomporre il disastro con la mediazione, con la diplomazia. Per le trattative in corso, salvo improvvisi cambiamenti di rotta, sembra che il presidente americano abbia fermato o frenato la possibile e paurosa continuazione del conflitto. Lo scenario che si presenta, nonostante il progresso tecnologico e culturale, conferma che le guerre continuano senza che si riesca a interrompere definitivamente la violenza.
È impossibile credere che le popolazioni possano condividere senza paura e dolore la situazione che stiamo vivendo. In tutti i casi nasce l’incertezza continua per la vita delle famiglie, delle nuove iniziative d’impresa. La frenata dei consumi, con il probabile rallentamento della produzione interna e delle esportazioni, fa pensare che, oltre all’instabilità politica, l’economia dei Paesi, Stati Uniti e Cina compresi, subirà una crisi significativa; aggiungiamo inoltre il continuo cambiamento di indicazioni sui dazi da parte del presidente americano.
Il circolo è vizioso: le popolazioni vivono senza fiducia, bloccando, ancora prima che accada il disastro, ogni iniziativa, frenando la crescita. Iran, Stati Uniti, Europa, Russia, Israele, oltre alle crisi continue di instabilità in Africa, Sud America, forse meno visibili ma altrettanto pericolose per le ingerenze degli Stati “ricchi”, dovrebbero, con determinazione e con reciproci compromessi, deporre le armi e trovare una soluzione, certamente possibile, per chiudere tutti i conflitti. Un sogno: dovrebbe nascere una nuova economia, non più nazionale ma globale, non più redditi minimi all’interno delle Nazioni ma redditi da sostentamento per tutti i Paesi. La cooperazione economica, gli investimenti negli Stati poveri, dovrebbero essere la spinta a poter migliorare la situazione globale. È certo che gli interventi non possono presentare dei ricatti per avere in cambio qualche interesse legato allo sfruttamento di materie prime del Terzo mondo, come sovente accade. 

Se è impossibile smantellare gli armamenti esistenti, dovrebbero seriamente essere controllati ma, il sogno continua, vediamo di “impoverire” il nucleare oggi in mano alle potenze nucleari. L’ONU che fa? Non abbiamo visto alcuna diplomazia preventiva, anzi ho l’impressione che sia diventato un baraccone pressoché inutile dove si fanno soltanto delle chiacchiere. Nei conflitti, la sofferenza maggiore è sopportata dai Paesi più poveri che soffrono, inoltre, anche a causa di governi con regimi dittatoriali e anche per le crisi climatiche che aumentano la fame delle popolazioni. Nessun Paese sviluppato ha approfondito e analizzato le cause dei flussi migratori con i vantaggi che l’Europa potrebbe avere da un’accoglienza opportunamente e civilmente gestita.
I governi sono talmente in tensione fra loro che non si intendono sul tema principale, universalmente riconosciuto, come la pace.
Possibile che anche i più “forti” possano sopportare i loro morti, ma anche quelli del nemico?
Ho in mente che, su qualche vecchio muro di paese, è rimasta la scritta “la pace riposa sulle nostre forze armate”.

Vittorio Moretti

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