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L'opinione di... | 04 dicembre 2022, 06:50

Le parole di don Lodovico: “A chi ha momenti di fragilità umana vorrei creare un sorriso”

Il parroco di Salussola aggiunge: “ Il Papa ultimamente “martella” in modo ben chiaro sul valore della vita. Noi cosa possiamo fare? La fede cristiana ci chiede di accogliere e vivere la vita come un ‘avvenimento’ e un dono sempre stupendo”.

lettera parroco

Don Lodovico De Bernardi, parroco di Salussola

Mi è stata chiesta questa lettera per offrire una riflessione che dia senso e cerchi di illuminare il grande mistero della fragilità umana nel suicidio. E’ sempre il gesto di una persona, pertanto va preso con grande delicatezza e rispetto, e parlarne non è mai una teoria, ma una storia personale. In molti anni che sono parroco mi è già successo alcune volte di celebrare delle funzioni per persone che si erano tolte la vita. Momenti di silenzio, amicizia, abbracci e parole di conforto per chi rimane, e si rimane sempre profondamente colpiti amareggiati dal gesto di chi non c’è più. Le reazioni di chi vive questo momento sono le più diverse.

Chi si rassegna, chi si chiede cosa avrebbe potuto fare di più, a chi rimane il senso di colpa, fino ad arrivare a sentire chi amaramente giudica il gesto affermando che “è troppo facile togliersi dai problemi per lasciarli a chi rimane”. Ognuno cerca una luce, un senso, una ragione per continuare a vivere, che purtroppo chi ci ha lasciato non ha saputo trovare. Il Papa ricorda che non è mai un gesto in piena libertà, perché si rimane schiacciati dal penso una sofferenza che non ci fa più ragionare lucidamente. Tra le parole più belle e consolanti che ho sempre detto per dar pace a chi rimane, ci sono quelle del Curato di Ars che anche Papa Francesco riprende in un’intervista sul tema del suicidio. Una donna di Ars cercava pace per il gesto del marito e il Curato le disse: “tra il ponte e il fiume c’è tutto lo spazio della misericordia di Dio”. Solo i santi arrivano ad avere queste intuizioni luminose. Lasciamo a Dio il giudizio, ma a noi rimane la responsabilità di aiutare tutti a vivere, e vivere al meglio. Ognuno è chiamato all’appello, nessuno esonerato!

Siamo riconoscenti che, nel proprio ambito, ognuno sta facendo qualcosa: il Papa ultimamente “martella” in modo ben chiaro sul valore della vita; gli psicologi fanno il loro lavoro meraviglioso per motivare l’esistenza di chi ne ha perso il senso e la luce; i centri di ascolto cercano di intercettare tutti coloro che vengono segnalati. Noi cosa possiamo fare? La fede cristiana ci chiede – proprio nel periodo di Avvento – di accogliere e vivere la vita come un “avvenimento” e un dono sempre stupendo; allora se qualcuno ha un momento di smarrimento e sconforto, se le attese non vengono colmate, se le aspettative erano troppo alte e qualche nostra sorella o fratello pensa che non valga più la pena di vivere, noi abbiamo due bellissime possibilità, cioè cose possibili da fare, alla nostra portata: la prima è pregare per avere il dono della virtù della fortezza. Papa Francesco in una catechesi su questa virtù (il 14 maggio 2014) riprendeva la parola di Dio: “Confidate nel Signore sempre, perché il Signore è una roccia eterna” (Is 26,4); “Sii per me una roccia di rifugio, un luogo fortificato che mi salva. Perché mia rupe e mia fortezza tu sei” (Sal 31, 3-4).

L’altra possibilità è – come ricorda il teologo Sequeri- quella di, anziché avere sempre l’ossessione come cristiani di non essere all’altezza, “inventare” e “creare” un sorriso nel nostro prossimo! Tante volte mi capita di iniziare una frase dicendo: “posso farti ridere?”. Questo lo possiamo fare tutti, perché una giornata con un sorriso ha più senso, ha l’originalità di aver creato qualcosa per gli altri, riesce a dar senso a me e fa star bene gli altri, magari anche a chi, che quel giorno, non ce l’avrebbe fatta… Vorrei proprio crearti un sorriso!

Don Lodovico De Bernardi, parroco di Salussola.

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