La lettura della cronaca locale del 28/10 evidenzia due fatti singolari per la tempistica di affioramento temporale: alle volte “il caso” correla eventi che giacciono sotto traccia e li propone alla riflessione di questa società condizionata dalla velocità dei calcolatori elettronici.
All’Istituto Bona di Biella, storica “ragioneria”, alle elezioni di Istituto, si apprende dalla cronaca, che la lista di candidati che ha vinto la competizione elettorale porta il nome “Alcolist”, nel contempo si apprende anche che una giovane di 15 anni è finita in coma etilico nel fine settimana e si è salvata grazie al pronto intervento di una pattuglia della Polizia di Stato. Ora appare singolare che i giovani di un istituto superiore, per dare il nome ad una lista di candidati che si propongono di entrare nell’organo di “governo” della scuola, scelgano il termine “Alcolist”, termine che può evocare tanto la figura antropologica dell’alcolista, quanto quella di una lista pro alcol.
La domanda che un estraneo al mondo scolastico può porsi, leggendo la cronaca locale, è: quale visione di scuola c’è dietro a quel nome per le elezioni di istituto ? Si potrebbe rispondere che trattasi di goliardata adolescenziale, può essere; certo è che basta farsi un giro per la città il fine settimana e si vedono frotte di ragazzini non proprio orientati che hanno usato, se non abusato, almeno di sostanze alcoliche e il fatto della 15 enne in coma etilico è la punta di un iceberg di un problema di una generazione che gli adulti stanno abbandonando ad un destino di abuso di sostanze psicotrope.
In altre esperienze sociali, dalle quali stiamo mutuando, forse in maniera non ragionata, a piene mani il nostro stile di vita quotidiana, è posto un severo limite all’uso dell’alcool per i soggetti minori di anni 21. Lo Stato, in quella esperienza sociale, ha ritenuto di imporre un divieto legale alla vendita e all’utilizzo di alcolici per i minori di 21 anni con correlate pesanti sanzioni per tutti i soggetti che violano il divieto – giovani abusanti compresi -. Il limite di età, poi, non è stato scelto a caso, ma è correlato al fatto che sino a quell’età la capacità di difesa dell’organismo dall’alcool è minorata. Risposta repressiva forte quella dell’esperienza americana, unita a campagne educative nelle scuole mirate ad evidenziare i gravi pericoli correlati all’abuso di sostanze alcoliche e droganti.
Nel nostro contesto sociale che si fa ? Quali obiettivi di vita proponiamo alle giovani generazioni in crescita ? Negli anni settanta, all’epoca dei “famosi” “decreti delegati” che hanno aperto la scuola alla “democrazia”, probabilmente nessuna lista avrebbe assunto il nome “Alcolist”, in voga all’epoca vi erano altri “ideali”. Ciò detto, però, va osservato che i giovani di oggi sono i figli di quei genitori che negli anni settanta ottennero la democrazia a scuola: se, però, questi sono i frutti di quel periodo, qualcosa deve essere ripensato, nell’interesse delle giovani generazioni.






















