"La situazione nel nostro territorio è preoccupante e non è una notizia nuova ai vertici regionali. Se vogliamo eliminare il problema cinghiali dovremmo abolire per qualche anno la caccia". Queste sono le parole del vicepresidente della provincia di Biella, Emanuele Ramella a margine dell'incontro che si è tenuto ieri, giovedì 3 ottobre alla sede dell’Assessorato regionale all’agricoltura, cibo, caccia e pesca di corso Stati Uniti 21 a Torino. Hanno presenziato tutti i rappresentanti e tecnici delle Province piemontesi insieme all'assessore regionale Marco Protopapa. Presenti all'incontro anche i tecnici provinciali di Biella.
All’ordine del giorno, il contenimento degli ungulati, in particolare dei cinghiali che stanno causando vari problemi su tutto il territorio regionale, mettendo a rischio anche l’incolumità pubblica. "L'incontro di ieri (3 ottobre) è un bel passo avanti - commenta il vicepresidente della Provincia, Emanuele Ramella Pralungo -, per una situazione sfuggita di mano alla Regione da troppo tempo".
Dalla riunione, alla quale era presente anche il vice presidente della Regione e assessore alla montagna Fabio Carosso è emersa la chiara volontà di mettere in atto tutte le misure possibili per il contenimento numerico dei cinghiali, per salvaguardare le culture ma soprattutto l’incolumità pubblica anche alla luce di una serie di gravi incidenti stradali. Dalla panoramica tracciata è risultato evidente la presenza di un numero elevato di cinghiali in tutte le Province della Regione e allo stesso tempo una serie di criticità nell’attuazione dei piani di contenimento degli stessi. Tra le criticità spiccano la scarsità di organici per quanto riguarda le guardie venatorie.
"La situazione nel nostro territorio è preoccupante - commenta Ramella - e non è una notizia nuova ai vertici regionali. Nel Biellese le guardie venatorie non ci sono e i soggetti in grado di attuare una caccia di selezione sono 2 o 3. Per non parlare del dramma delle zone sottoposte a presidio militare e dove non si può per legge sparare. Gli animali non sono mica stupidi come tanti pensano: durante il giorno stanno nelle zone di presidio, al sicuro dai cacciatori, per uscire la notte e anche i questo caso non devono temere il fucile".
Le soluzioni proposte sono ora al vaglio dei competenti uffici regionali. Tra queste, il potenziamento della cosiddetta caccia di selezione a lungo e medio termine. Anche se, il vicepresidente di Biella, Emanuele Ramella Pralungo avrebbe una proposta leggermente rivista: "Vogliamo eliminare il problema dei cinghiali? Aboliamo per qualche anno la caccia". Eliminando la caccia al cinghiale, secondo il Ramella, i capi diminuirebbero, allora sì che la caccia di selezione porterebbe risultati concreti e cancellerebbe il problema che, anno dopo anno, diventa sempre più preoccupante.
Durante l'incontro è stata poi lanciata l'idea di dare vita a un gruppo di lavoro con i tecnici di Regione, Province, Atc e Ca, finalizzato a formulare proposte per la revisione delle attuali linee guida regionali, mentre è stata valutata positivamente anche la proposta di potenziare il sistema informativo di gestione dei danni in agricoltura. Infine è stato deciso di attivare un confronto con l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), per quanto riguarda la verifica della fattibilità dell’ampliamento dell’utilizzo della cosiddetta “braccata” nella caccia di selezione al cinghiale.