Benvenuti al ventisettesimo appuntamento con “Riascoltati per Voi”, la rubrica dominicale dedicata alla musica. Oggi torniamo agli anni ottanta per riascoltare insieme “Meat Is Murder” dei The Smiths. La band di Manchester non è mai stata “comoda”, né musicalmente né tematicamente, questo disco ne è la prova. Morrissey, con la sua voce “lamentosa” canta testi dolorosi. Uscito nel 1985, è il secondo album in studio e per molti è il loro primo vero manifesto: tagliente, romantico, crudo e poetico.
All’uscita di questo disco, avevo sette anni, ero troppo piccolo per comprendere appieno l’album, ma abbastanza grande da ricordare certe atmosfere: le felpe sformate dei miei cugini più grandi, la radio che trasmetteva “That Joke Isn’t Funny Anymore” a casaccio e una costante sensazione che qualcosa di importante fosse in corso, anche se non riuscivo a contestualizzarlo.
“Meat Is Murder”, non è punk, non è pop, non è rock, è qualcosa di nuovo per l’epoca. Già il titolo stesso, “La carne è omicidio”, è una dichiarazione dirompente. Morrissey, vegetariano convinto, lancia una sfida ai suoi ascoltatori attraverso la sua musica. La title track, con i suoi versi strazianti e le campionature di versi d’animali, si trasforma rapidamente in un’accusa contro il consumismo della carne. Così come lo stesso Johnny Marr, attraverso il suono della sua chitarra cristallina e stratificata, crea tappeti sonori che sembrano avere una vita propria, sfuggendo a ogni facile definizione. Sono passati quarant’anni, ma ancora oggi, questo disco suona più moderno di molte produzioni attuali.
Tuttavia, l’album va oltre la militanza. “The Headmaster Ritual” apre con un feroce attacco al sistema scolastico britannico, dipingendo un quadro di presidi sadici e insegnanti autoritari. “Rusholme Ruffians”, con la sua influenza rockabilly, cattura l’energia del periodo. “I Want the One I Can’t Have” esplora il tema degli amori impossibili. Poi, c’è “That Joke Isn’t Funny Anymore”, una delle pietre miliari degli Smiths.
Questo disco ha sicuramente segnato in modo profondo il rock britannico, ed è stato in grado di anticipare il movimento britpop. Chiaramente, questo album non è per tutti, e la band inglese non ha mai preteso il contrario. Tuttavia, per coloro che lo accolgono, “Meat Is Murder” diventa un compagno fidato, un rifugio emotivo e una fonte inesauribile di riflessione. Un album da ascoltare da soli, magari camminando per strada in un giorno grigio, o seduti accanto a un giradischi, sfogliando vecchie fotografie. Perché “Meat Is Murder” a volte è tutto ciò di cui abbiamo bisogno.
I miei brani preferiti sono: “The Headmaster Ritual”, “Rusholme Ruffians”, “I Want the One I Can’t Have”, “That Joke Isn’t Funny Anymore” e “Well I Wonder”.
Voto: 8,5
Tracce:
1) The Headmaster Ritual – 4:52
2) Rusholme Ruffians – 4:20
3) I Want the One I Can’t Have – 3:13
4) What She Said – 2:42
5) That Joke Isn’t Funny Anymore – 4:59
6) Nowhere Fast – 2:37
7) Well I Wonder – 4:00
8) Barbarism Begins at Home – 6:57
9) Meat Is Murder – 6:06
Durata: 39 minuti.
Formazione:
- Morrissey – voce
- Johnny Marr – chitarre
- Andy Rourke – basso
- Mike Joyce – batteria
Mi piacerebbe davvero conoscere le vostre impressioni! Condividete con me i vostri pensieri non solo su "Meat Is Murder”, ma anche sui The Smiths e sull'impatto che la loro musica ha avuto sulle vostre vite. Ogni opinione è un pezzo in più di questa grande storia musicale che ci unisce.
Alla prossima tappa del nostro viaggio musicale!